Roma, 4 nov – Le commissioni che i circuiti nazionali ed internazionali applicano sulle transazioni con carte e bancomat sono in linea, se non inferiori, alla media Europea. Lo hanno affermato i vertici italiani di Bancomat, Mastercard, Visa ed American Express nel corso di un’audizione alla Camera dei deputati sul decreto fiscale.

“Noi, come circuiti, fissiamo un costo per i nostri clienti che sono le banche” ha spiegato l’amministratore delegato di Bancomat Alessandro Zollo “Il nostro livello commissionale non è superiore, anzi a volte è inferiore, a quelli europei”. Ma, ha aggiunto, “siamo su una filiera, noi facciamo il circuito, poi i singoli operatori fanno le loro politiche commerciali. Esiste il costo dei gestori dei terminali, dei produttori dei Pos. La filiera è ampia e variegata”.

“Noi siamo parecchio sotto la media europea come costo di circuito” ha aggiunto Enzo Quarenghi, Country manager di Visa Italia. “Noi non diciamo di cancellare il contante ma di permettere a tutti i cittadini di scegliere come pagare. Certo se poi l’affitto del terminale costa all’esercente 100 euro al mese su 1000 euro di transato, si tratta del 10 per cento…”.

Anche per il vice president di American Express Giovanni Speranza non sono i costi dei circuiti a limitare l’uso della moneta elettronica: “Per piccoli esercenti la nostra commissione è dello 0,90% quindi su 60 euro sono 50 centesimi. Quindi se non si accetta la carta forse bisogna guardare altrove”.

Per Luca Corti, vice president Business Development di Mastercard, c’è poi “un tema di percezione. Forse non abbiamo spiegato bene ai cittadini quali sono i vantaggi della moneta elettronica. Il pezzo che manca è la comunicazione, lo dobbiamo spiegare ai cittadini e agli esercenti”.