Roma 3 dic – Uno studente su cinque sbaglia la scelta della scuola superiore. E’ quanto sostiene il Sole 24 Ore sulla base dei risultati di due recenti studi dell’Invalsi. Il primo aggiorna le stime sulla dispersione scolastica: si attesta al 14,5% di under 24 che non arrivano al diploma, l’Istituto italiano di valutazione aggiunge i ragazzi che superano la maturità senza aver acquisito competenze di base sufficienti. E si arriva così al 22 per cento, con picchi che superano il 30% al Sud. In un altro report lo stesso Invalsi si sofferma sui 515mila giovani usciti dalle medie nel 2014: cinque anni dopo, 100mila si sono persi per strada o hanno ripetuto almeno un anno. Numeri da tenere a mente nelle prossime settimane quando bisognerà scegliere la scuola dei propri figli: il 27 dicembre partono infatti le registrazioni sul portale del Miur per le iscrizioni online, che si svolgeranno dal 7 al 31 gennaio, un appuntamento cruciale soprattutto per i ragazzi che nel 2020/21 andranno in prima superiore. Ovviamente, il pericolo da evitare è che una partenza sbagliata condizioni l’intero percorso.

Scendendo nel dettaglio, un recente focus del responsabile prove dell’Invalsi, Roberto Ricci, si sofferma sulla dispersione scolastica implicita ed esplicita. Se quest’ultima – che fotografa i giovani di 18-24 anni fermi alla licenza media – è nota e vede l’Italia ferma al 14,5% di fine 2018 (contro un obiettivo del 10% entro il 2020), l’altra è una “creatura” dell’Istituto di valutazione e serve a misurare i ragazzi che arrivano al diploma con competenze di base neanche sufficienti. Il quadro è preoccupante. Con il 22% di “dispersi” totali che al Sud superano addirittura il 30 per cento (il 37,4% in Sardegna).

A rendere più fosco il quadro interviene un altro report sempre a firma di Ricci che si sofferma sul passaggio dalla secondaria di I a quella di II grado. Per evidenziare che gli studenti più in difficoltà al termine delle superiori sono tendenzialmente gli stessi che già lo erano alla fine delle medie. Dei 515mila alunni che hanno conseguito la licenza media nel 2014, solo il 68% è arrivato al diploma cinque anni dopo. Escludendo quelli iscritti ai percorsi di istruzione regionale e quelli che non hanno partecipato ai test Invalsi di quinta superiore (e che dunque non sono campionabili) restano circa 100mila studenti tra ripetenti e abbandoni scolastici, che portano la stessa Invalsi a parlare di «uno studente su cinque che vive nei cinque anni della scuola superiore un’esperienza di insuccesso».

In un Paese con la terza disoccupazione giovanile d’Europa logica vorrebbe che la scelta delle superiori venisse fatta prestando almeno un occhio al lavoro futuro. E sotto questo aspetto – aggiunge il quotidiano economico – può risultare utile l’ultimo report Unioncamere, realizzato in occasione del Job&Orienta di Verona, che contiene le chance occupazionali per i diplomati. Ebbene, nei prossimi cinque anni le imprese richiederanno “periti” degli indirizzi amministrazione, finanza/marketing e industria/artigianato (tra cui spiccano gli indirizzi meccanica, meccatronica ed energia, elettronica ed elettrotecnica). Ci saranno chance anche per i diplomati nell’ambito del turismo. Tuttavia, per alcuni indirizzi di studio, vi sarà maggiore richiesta di ragazzi di quanti ne usciranno dalle scuole superiori. E’ il cosiddetto “mismatch” e, a oggi, riguarda soprattutto gli indirizzi in amministrazione/marketing, costruzioni, elettronica ed elettrotecnica.