Roma, 9 dic – L’Italia all’avanguardia dell’industria europea del riciclo. È al terzo posto per il recupero degli imballaggi con un tasso del 67%, dopo Germania (tasso di riciclo 71%) e Spagna (70%). Diverse filiere degli imballaggi (carta, vetro, plastica, legno, alluminio e acciaio) hanno già superato, o sono a un passo dal farlo, i nuovi obiettivi previsti a livello europeo per il 2025; altre invece  crescono più lentamente, come la Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) o i veicoli fuori uso. Un settore strategico per un paese povero di materie prime e che ogni anno dal riciclo riceve 12 milioni di tonnellate di materie prime per l’industria nazionale. È questo il quadro che emerge dallo studio annuale “L’Italia del Riciclo” promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNICIRCULAR, l’Associazione delle Imprese dell’Economia Circolare, giunto alla sua decima edizione.

Il tallone di Achille resta per l’Italia il ritardo in termini di raccolta dei Raee (al 42%; mentre il 65% è l’obiettivo fissato per il 2019) e delle pile (42%, ultimo posto tra le potenze europee) e per il reimpiego e riciclo dei veicoli fuori uso, cresciuto di un solo punto percentuale in 10 anni (dall’82% all’83%). Nel 2017, secondo gli ultimi dati disponibili, le circa 1.200 imprese dell’industria del riciclo hanno trattato 18 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico (+15% in confronto al 2014, l’anno della precedente rilevazione). In linea con l’aumento dell’avvio a recupero, si è registrata una maggiore produzione dei materiali secondari provenienti dal riciclo di questi rifiuti, con 12 milioni di tonnellate di materie prime seconde per l’industria nazionale.

La resa media delle attività di riciclo (il rapporto tra la quantità di materiali secondari prodotti e quella di rifiuti recuperati) oggi si attesta al 67%. Un aspetto di particolare interesse in termini di economia circolare, emerge dai dati: anche se i riciclatori trattano quantità più alte di rifiuti, a valle delle attività di riciclo resta una quantità di rifiuti pari a 2,6 milioni di tonnellate, pressoché equivalente a quella del 2014. Il dato mostra una migliore prestazione nella lavorazione, favorita anche da una più elevata qualità della raccolta e della selezione dei rifiuti.

Negli ultimi dieci anni, sottolinea il report, in Italia i rifiuti totali prodotti sono passati da 155 a 164 milioni di tonnellate (+6%) e il riciclo è cresciuto da 76 a 108 milioni di tonnellate (+42%). Molte filiere del riciclo hanno registrato ottime performance in questi anni, con dati positivi sia a livello europeo che italiano. I rifiuti di imballaggio, per esempio, hanno visto crescere del 27% l’avvio a riciclo, passando da 6,7 a 8,5 milioni di tonnellate. Il tasso di riciclo rispetto all’immesso al consumo è aumentato dal 55 al 67%, in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi del 65% al 2025 e del 70% al 2030.