Roma, 11 dic – E’ uno dei tre centri di eccellenza della ricerca agronomica, gli altri due sono in Florida e in Giappone. È la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, 15 chilometri a Nord di Trento, dove nascono i brevetti dell’agricoltura di domani. Come scrive Il Sole 24 Ore è qui che, tra un monastero del 1200 e un modernissimo campus in legno sostenibile, duecento ricercatori portano avanti quanto di più avanzato esista in Italia in fatto di nuove frontiere alimentari.
Si può immaginare un futuro in cui per tenere lontani i parassiti dai campi non serviranno più i pesticidi. Basterà uno shaker, un cilindretto che emette vibrazioni: nel linguaggio degli insetti, si tratta di rumori assordanti, che li disturbano e li tengono lontani dalle piante e dai frutti. In gergo tecnico, si chiama “confusione vibrazionale”. Il “mago” della confusione vibrazionale si chiama Valerio Mazzoni. Originario di Livorno, da anni lavora tra le vigne della Fondazione: “È tra questi filari che stiamo sperimentando la lingua delle vibrazioni, per tenere lontane le cicaline della vite – racconta – in Italia abbiamo altri due vigneti sperimentali, uno a Mezzocorona e l’altro nelle Langhe”.
Nel cuore del laboratorio della Fondazione Mach, dal settembre del 2014 si lavora al più ambizioso dei progetti: la creazione di piante resistenti ai patogeni attraverso il silenziamento di alcuni geni della pianta stessa. L’obiettivo di questa tecnica non è creare piante Ogm, ma nel luglio del 2018 una controversa sentenza della Corte di Giustizia Ue ha deciso di equiparare il genome editing agli Ogm, e da allora ogni sperimentazione in campo è stata bloccata. Il responsabile del Dipartimento di Genomica e biologia delle piante da frutto è Claudio Moser: “I nostri esperimenti vanno avanti – racconta – credo che nel giro di quattro anni saremo in grado di generare piantine resistenti, con Dna modificato, senza che siano in alcun modo considerabili come Ogm”. Moser ha cominciato a lavorare con la vite e con il melo, anche se sono piante più difficili: “I primi frutti concreti di queste tecniche potrebbero essere i pomodori”, prevede. aggiunge.
Tra i primati della Fondazione Mach, che ha appena festeggiato i suoi primi 145 anni di storia, presto ci sarà anche quello di ospitare il primo battaglione italiano di vespe samurai, l’ultima speranza contro le cimici asiatiche che hanno invaso i frutteti del Nord Italia causando danni, soltanto quest’anno, per oltre 350 milioni di euro. “Salvo ritardi della burocrazia, rilasceremo i primi esemplari di vespe samurai in primavera”, assicura Claudio Ioriatti, direttore del Centro trasferimento tecnologico della Fondazione. Intanto, a San Michele all’Adige si lavora al piano B: “Un altro modo per neutralizzare gli insetti è quello di utilizzare la tecnica del maschio sterile – spiega – si prendono i maschi, con i raggi Gamma li si sterilizza e poi li si reimmette in natura, in modo che alla lunga non ci siano più nascite”. Dal 2010 a oggi il tasso di arrivo di insetti alieni invasivi in Italia è stato di 13 specie nuove all’anno. Per fortuna non tutte hanno la portata devastante della cimice asiatica.
Insomma, dalla genomica ai parassiti, passando per la nutraceutica e la tracciabilità alimentare, la Fondazione sembra una macchina perfetta. “All’estero non ho mai visto un centro come questo e in Europa è un unicum”, ammette il professor Andrea Segrè, economista guru della lotta allo spreco, che quattro anni e mezzo fa da Bologna è stato chiamato a presiedere la Fondazione.