Roma, 12 dic – Si è tenuta alla Camera la quinta edizione dell’appuntamento con il mondo dei social “#SocialCom19 – La Comunicazione al Tempo dei Social”, un convegno dedicato appunto all’analisi del rapporto tra social media, comunicazione e informazione. Oltre 300 partecipanti, seguito da remoto grazie alla diretta streaming sulla Web Tv della Camera e al centro del dibattito su Twitter. Ad aprire il dibattito il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico, che ha sottolineato quanto “oggi più che mai bisogna porre accanto alla parola comunicazione la parola etica. L’evoluzione della comunicazione permette di guardarci allo specchio come società nel suo insieme. I social network hanno creato un filo diretto con le persone – ha proseguito Fico – la comunicazione istantanea ha un enorme potere e potenziale che va impiegato con responsabilità. Comunicare non può diventare ansia propagandistica, è una questione di rispetto alla base del nostro vivere civile soprattutto per chi ricopre incarichi pubblici”.

Si è poi discusso di “potenziali monopoli informativi” con Roberto Rustichelli, presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato e l’ex presidente Antitrust Antonio Catricalà, moderati dal giornalista Tullio Camiglieri. “Fino a qualche anno fa, quando si parlava di paradisi fiscali, si pensava a Panama, alle isole Cayman o alle isole Vergini. Oggi non occorre andare tanto lontano: questi paradisi fiscali si trovano in Europa e usano l’euro”, ha sostenuto Roberto Rustichelli. “Sul piano della concorrenza fiscale – ha aggiunto – ci troviamo di fronte a una distorsione estremamente grave, che mina l’idea stessa di una Europa solidaristica. Da pochi giorni Paolo Gentiloni è stato nominato Commissario europeo per l’economia e a lui rappresenterò quanto prima il rischio che stiamo correndo, se continueremo a tollerare simili distorsioni.
Antonio Catricalà ha aggiunto “gli strumenti digitali, come ad esempio i contratti a distanza sono opportunità infinite ma anche pericolosissime”.

Il focus si è poi spostato sull’importanza dell’informazione nel garantire la qualità delle democrazie. Ad aprire il panel il Sottosegretario Andrea Martella, che ha dichiarato: “Allenare le nuove generazioni è una componente fondamentale dell’insegnamento dell’educazione civica, rappresenta il principale antidoto contro le fake news”. A spezzare una lancia per i giovani giornalisti la già Presidente della Camera Laura Boldrini: “Retribuzioni adeguate per garantire qualità del lavoro e futuro dignitoso ai lavoratori del settore”.  Giovanni Donzelli, invece ritiene “che non si debba ritenere finita la fase di evoluzione dei social network. Per questa ragione la classe politica dovrebbe fare una riflessione più generica per una regolamentazione al passo coi tempi”. Il viceministro Anna Ascani, pone l’accento sul compito della politica: “Dobbiamo imparare dai giovani che la realtà è un tutt’uno col virtuale ma dobbiamo spiegare loro che quello che accade sui social non è frutto del caso ma di scelte di qualcuno e che quel qualcuno deve essere chiamato a rendere conto. Questo deve essere il compito della politica”. Il presidente della Commissione Bilancio alla Camera Claudio Borghi analizza l’importanza di interagire coi followers, essendo lui molto attivo su Facebook: “Cerco di interagire con la mia community, circa 70 mila follower, rispondendo a tutti: per un politico crearsi una community è fondamentale”. Conclude il panel Antonio Palmieri di Forza Italia, esperto di comunicazione digitale del partito: “La comunicazione ai tempi dei social: Qualità, Responsabilità, Libertà. Tutto sembra comunicazione ma poche cose lo sono realmente. Anche nell’epoca della disintermediazione l’autentica informazione è sempre comunicazione se trasmette “qualità, energia, movimento”, se “mette in comune” per costruire una discussione, un sapere, una cultura”. Poi, il panel che ha visto a confronto Tommaso Longobardi e Flavio Alivernini, protagonisti della comunicazione politica schieramenti opposti. Alivernini spiega che “Le sfide che attendono la comunicazione politica di sinistra partono dal ripensamento e dalla riformazione delle identità che l’hanno caratterizzata storicamente”. Tommaso Longobardi replica che “Non si può parlare di comunicazione di sinistra in maniera univoca. La comunicazione politica di sinistra è molto frammentata. Sarei d’accordo su una legge per la rimozione dei contenuti illeciti entro 24 ore come succede in Francia e Germania”.

La sessione pomeridiana è stata aperta dai direttori di giornali, nel panel “il giornalismo al tempo della narrazione tra disintermediazione e certificazione delle fonti”. Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it ha affrontato il rapporto tra giornalisti e social: “Per noi giornalisti i social sono fonti di informazione straordinaria. I social sono delle fonti di informazione importantissime. Giornalismo è far sapere qualcosa che qualcuno non  vuole che si sappia o che si faccia. Il 90% di quello che leggiamo sui giornali lo abbiamo già letto gratis. Per questa ragione, per fare la differenza i giornali devono organizzarsi per avere notizie in esclusiva”. Federico Ferrazza, direttore di Wired, spiega che “non possiamo trascurare il fatto che prima l’informazione veniva venduta e ora è gratis. È cambiato completamente il modello di business per le imprese dell’editoria. Io non credo che dietro ad alcuni fenomeni la risposta sia tutta nel digitale. Il caso #M5S ne è dimostrazione. Il partito ha vinto in luoghi poco digitalizzati. Credo che si debba smettere di pensare che le #fakenews nascano dai social network. Ci sono casi che dimostrano che le fake news nascono sui media tradizionali come il caso dei vaccini e l’autismo, nato su una testata medica”. Massimo Giannini di Radio Capital, infine, interviene dicendo che “il web, oltre ad essere un luogo dove si amplifica il sapere è anche il luogo dove vengono moltiplicati gli stati d’animo come l’invidia e il rancore attraverso l’algoritmo che non è neutrale”.

Si è poi passati all’intervista al ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova realizzata dal direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano. L’intervista ha toccato un tema molto caro a Bellanova. “Le accuse della rete durante la vertenza Ilva mi hanno ferita. Mi hanno accusata di distribuire tumori, di far parte di una lobby e tanto altro. Spesso dietro questi comportamenti ci troviamo di fronte a tanta solitudine. Non tutti possiamo utilizzare i mezzi allo stesso modo. Chi svolge una funzione di rappresentanza non può avere lo stesso livello di sportività quando utilizza i social. Come rappresentanti politici – conclude Bellanova –  abbiamo una forte responsabilità sociale. Non dobbiamo alimentare in modo violento il dibattito”. Fabio Ventoruzzo, vice president del Reputation Institute afferma che “oggi tutte le discussioni sono polarizzate. Ci troviamo in una situazione in cui il consumo di informazioni è superato. L’obiettivo della comunicazione delle aziende è quello di coinvolgere le persone su quello che stanno facendo”. Diego Ciulli per Google si chiede: “Un nuovo capitalismo sostenibile nasce dai social? Se per i social intendiamo industria tecnologica direi di sì. Le persone sono consapevoli che hanno il controllo dei loro dati personali online, noi di Google Italia lavoriamo per accrescere questa loro consapevolezza. Lo sforzo di educazione civica digitale è uno sforzo collettivo”. Francesca Chiocchetti di Samsung dichiara che “per noi la sicurezza è un topic fondamentale. Per questo abbiamo creato una piattaforma e lanciato una campagna social su questo tema. Il nostro approccio social ha come obiettivo quello di trasmettere ai nostri consumatori i nostri valori”. Laura Bononcini infine, per Facebook Italia: “Facebook non è un giornale ma non possiamo più dire che siamo solamente una piattaforma. In qualsiasi momento un utente su Facebook può capire perché sul news feed vede un contenuto piuttosto che un altro e ciascun utente può scegliere se ritenere quel contenuto gradito oppure no”.

L’ultimo panel dell’evento è stato quello sul ruolo degli influencer. Il primo a prendere la parola è Rudy Bandiera di Net Propaganda  “Negli anni si sta arrivando verso una direzione comune: una nuova consapevolezza. Le regole per essere definito influencer sono: 1) Avere un numero di follower importante 2) Canali autorevoli da cui si pubblicano (o vengono ripresi) contenuti 3) Essere credibili. Federico Palmaroli de Le Frasi di Osho: “Spesso quando pubblico le mie vignette sono costretto a cancellarle perché nonostante la mia sia satira ed ironia si scatenano delle conversazioni incontrollabili. A volte rinuncio a fare satira su qualcosa per evitare che possano generarsi conversazioni inappropriate”. Salvatore Aranzulla parla del grande successo del suo sito: “Su aranzulla.it abbiamo fatto una scelta: manteniamo in costante aggiornamento gli articoli già esistenti. Questo è un lavoro anti economico che non viene fatto da nessuna testata italiana ma la qualità nel tempo premia sempre. Non diamo informazioni per sentito dire. I nostri contenuti sono affidabili, di qualità e cerchiamo di essere indipendenti dagli inserzionisti. C’è una responsabilità nel guidare gli italiani attraverso 12mila guide. Conclude il panel e l’evento l’intervento di Benedetto Motisi, SEMrush “La reputazione è la nuova valuta internazionale. Chi ha un ruolo influente sulla rete deve convivere con quelle che sono le conseguenze delle proprie azioni sia positive, sia negative.” Al termine dei lavori Luca Ferlaino, fondatore di SocialCom: “Ringrazio tutti i relatori per la loro partecipazione a SocialCom19. È grazie a loro se possiamo offrire un momento di alta formazione gratuita per tanti giovani dal così alto valore scientifico”.