In Italia cresce crowdinvesting, la finanza partecipativa: in 12 mesi 390,8 mln

Il “crowdinvesting”, ovvero la raccolta di investimenti in maniera diffusa tramite il web, continua a crescere in Italia, con un numero sempre maggiore di startup che sfruttano questo strumento, sia per raccogliere capitale che semplicemente risorse. A evidenziarlo il quinto report italiano sul comparto realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, che sottolinea come, dal 1 luglio 2019 al 30 giugno 2020), siano stati raccolti 390,8 milioni, di cui 76,6 sul fronte dell’equity e 314,2 su quello del landing. In totale, spiega ancora lo studio, le risorse raccolte con queste modalita’ si avvicinano al miliardo di euro, arrivando a 908 milioni dai 517 di un anno prima. Fra i trend emersi nell’ultimo periodo, “la sensibile crescita nel real estate: i portali di equity specializzati hanno erogato negli ultimi 12 mesi risorse per 19,5 milioni di euro, quelli di lending per 29,2 (48,7 milioni in totale), quasi triplicando rispetto al periodo precedente”

Una opportunità interessante
L’Osservatorio sul crowdinvesting studia quel sottoinsieme del crowdfunding, laddove singole persone fisiche (ma anche investitori istituzionali e professionali) possono, attraverso una piattaforma Internet abilitante, aderire direttamente ad un appello rivolto alla raccolta di risorse per un progetto imprenditoriale, concedendo un prestito (lending-based model) piuttosto che sottoscrivendo quote del capitale di rischio della società (equity-based model). Il crowdinvesting è un’opportunità interessante sia per le imprese che intendono finanziare le proprie attività, sia per gli investitori a caccia di rendimenti. Gli ultimi 12 mesi hanno confermato e rafforzato la forte crescita dell’industria. Alla data del 30 giugno 2020, l’equity crowdfunding è arrivato a 159 milioni di euro raccolti (il valore cumulato un anno fa era circa la metà, 82 milioni), mentre il lending è arrivato a ben 749 milioni di euro (un anno fa il valore cumulato era 435 milioni di euro). La raccolta nell’ultimo anno è stata quindi pari rispettivamente a 77 milioni e 314 milioni. Rispetto ad altri Stati europei, l’Italia non sfigura per il tasso di crescita relativo, anche se il gap sui volumi si mantiene consistente.