Adozione di nuove tecnologie e soluzioni digitali (71%); valorizzazione dei talenti (61%); nuovi prodotti e servizi (61%); incremento della produttività e miglioramento dei processi di gestione (61%); riorganizzazione della supply chain (52%) e riduzione dei costi (45%). Sono queste le principali iniziative proposte dalle aziende italiane per i prossimi sei mesi, secondo un’indagine condotta da BDO, network internazionale di società indipendenti che offrono servizi di consulenza professionale, su 244 senior manager di aziende europee di differenti settori in 8 Paesi (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna e UK).

Le azioni contro l’emergenza
L’Italia è stato uno dei primi Paesi europei ad essere colpito dalla pandemia e il 38% delle nostre aziende intervistate ha giudicato “rilevante” o “grave” l’impatto del Covid-19, con conseguenze che vanno da significative perdite in termini di introiti a difficoltà finanziarie che hanno richiesto un importante taglio dei costi. Per rispondere nell’immediato all’emergenza, l’Italia ha adottato nell’84% dei casi lo smart working per tutelare la salute dei propri dipendenti e, al contempo, garantire la continuità operativa del business. Si tratta di un dato interessante anche in ottica futura, dal momento che la metà di questi (42%) ha dichiarato che intende incrementare il numero di lavoratori in regime di smart working rispetto ai livelli pre-Covid. Una scelta, questa, che sicuramente avrà un impatto anche sulle città ridisegnandone il tessuto urbano in termini di mobilità e occupazione degli spazi. Tuttavia, è stato significativo il ricorso anche a ulteriori azioni per affrontare la crisi e limitare i danni economici, soprattutto in Italia rispetto all’Europa: il 39% ha attuato una riduzione dei salari, fondo di integrazione salariale e piani di contingenza; il 39% ha rinegoziato i contratti con i fornitori e il 35% è stato costretto a sospendere temporaneamente le attività.

Dalla “crescita” alla “resilienza”
Se nel 2019 il focus delle aziende era rivolto agli investimenti finalizzati alla crescita del business, la pandemia ha necessariamente cambiato la situazione e costretto le imprese a rivedere le proprie priorità per i prossimi sei mesi. In Europa, il 31% di tutte le aziende intervistate, infatti, mira, in primis, a garantire la stabilità finanziaria e il 27% ha come obiettivo quello di mantenere la propria quota di mercato. In Italia, il 26% dichiara che lavorerà per la stabilità finanziaria e un altro 26% punta a mantenere la propria quota di mercato. Il 33% dei manager italiani ritiene, tuttavia, che sarà necessario rivedere il proprio business model nei prossimi mesi così come la supply chain, messa a dura prova durante la crisi.