Si fa presto a dire postino, o facteur come s’usa nell’Esagono. Che consegni lettere, plichi e pacchi vari ça va sans dire, ma se al classico impegno di routine si aggiunge la capacità di diventare un punto di riferimento, a volte il principale collegamento con la comunità per chi, in là con gli anni, si viene a trovare in una situazione d’isolamento o comunque di distacco dai propri cari, allora qualche dubbio potrebbe lecitamente sorgere. Eppure, alle Poste francesi non sono certo i dilemmi semantici a frenare l’impeto della “rivoluzione d’argento”, ovvero il sempre più importante segmento di servizi che La Poste dedica ai “diversamente giovani”. Uno spunto che non manca anche nel mondo di Poste Italiane, che ha nella assistenza diretta alla terza età uno dei suoi tanti punti di forza. Basta pensare a quanti sono gli anziani che si rivolgono agli sportelli degli Uffici Postali per assistenza di ogni tipo, da quella finanziaria a quella, più spicciola, di pensioni e pagamenti.

Il modello d’Oltralpe
Senz’altro il modo migliore per fare di necessità virtù di fronte alla pressione demografica in costante crescita degli âgée, ma allo stesso tempo una possibilità di restare al passo coi tempi e soprattutto con le esigenze del territorio. E l’esempio francese lo dimostra. “Del resto – spiegano Marc Vu Quang e Virginie Batel, rispettivamente direttore del “business development” della Silver économie e direttrice marketing de La Poste – l’insegnamento che abbiamo appreso negli ultimi anni è che al di là dei servizi legati alle necessità primarie – come ad esempio quello che ricorda all’anziano il momento in cui assumere i medicinali – il massimo del riscontro lo abbiamo avuto allorché si è puntato sul rafforzamento del rapporto umano. È in base a tale considerazione che sono stati progettati i servizi del pacchetto “Vegliare sui miei genitori” dedicati a quegli anziani che per i più svariati motivi vivono lontani dai parenti più giovani. A differenza che in Italia, del resto, qui da noi in Francia la figura della badante è decisamente meno diffusa, ed è stato giocoforza necessario sviluppare dei modelli di business che tenessero conto di questa realtà”. Ecco dunque che la visita del facteur va ben oltre la cassetta delle lettere per divenire un vero momento d’incontro con colui che a questo punto si fa veramente fatica a definire semplicemente “utente”. In pratica, da una a sei volte alla settimana, il postino si trattiene per un determinato lasso di tempo con la persona anziana scambiando con questa le classiche quattro chiacchiere, un modo, per chi ha la giusta sensibilità, per valutare in maniera più che discreta lo stato psico-fisico dell’interlocutore. “Premesso che si tratta di postini volontari che seguono uno specifico corso di formazione – spiegano Vu Quang e Batel – il clou dell’iniziativa è l’immancabile momento del caffè, perché questo davvero non manca mai. Le visite sono pianificate in funzione ai bisogni dell’anziano, che avrà così qualcuno a cui eventualmente esporre i propri problemi quotidiani: una commissione da fare, una riparazione da effettuare e via dicendo. Quel che più conta è che, una volta salutato il padrone di casa il postino invia un messaggio ai suoi figli aggiornandoli sulla situazione”. “Vegliare sui miei genitori” non è ovviamente che uno dei servizi “silver” firmati La Poste, uno dei cui fiori all’occhiello è il tablet Ardoiz, ideato per rendere il cyber-spazio a portata di chi è più in là con gli anni.