A Roma faceva l’attore e chissà se ha mai interpretato il ruolo del postino. Trasferitosi a Oslo, però, ha smesso di recitare e il portalettere lo fa sul serio. Stefano Frosi, classe 1956, è innamorato della Norvegia e del suo lavoro, consapevole di consegnare non solo messaggi ma frammenti di vita. Un “portatore” di notizie che ogni mattina si sveglia nella fredda Oslo, indossa la divisa rossa e viaggia insieme alla sua posta fino alla destinazione finale. Stefano ha rivoluzionato la sua vita 18 anni fa, quando per amore decise di abbandonare il mondo del cabaret romano e di trasferirsi in Norvegia.

La camminata quotidiana
“La mia è la generazione del posto fisso – racconta – e oggi qui faccio quello che i miei genitori consideravano un lavoro sicuro”. Alle Poste norvegesi ci lavora da 12 anni: un esperto della corrispondenza che consegna e smista dai 500 ai 3.000 pezzi ogni giorno. E le emozioni da raccontare non mancano di certo. Come per esempio a Natale, quando in Norvegia c’è “un’atmosfera magica e anche se si scrive sempre meno, in quel periodo si inviano molti biglietti di auguri – continua Stefano – È una tradizione ancora molto forte”. La maggior parte delle lettere da consegnare, però, è posta ordinaria che Stefano organizza con attenzione ogni mattina, prima di mettere in moto la sua macchina elettrica e recarsi nelle case dei norvegesi. “La posta che arriva viene “sorteggiata” e riposta di fronte all’auto di ogni impiegato – spiega il postino italiano – Io la sistemo in macchina in base al tragitto che devo fare e parto con la distribuzione. La maggior parte di noi ha un’unica strada, che così impara a conoscere, per garantire di finire nei tempi giusti”. Stefano non ha la classica borsa da postino, ma un marsupio aperto che lega intorno al busto: “Qui organizzo la posta in tre posizioni diverse. Le lettere più piccole davanti, seguite dalla posta più grande e infine la pubblicità. Quando scendo dalla macchina, consegno lettere ad almeno tre portoni prima di tornare indietro per “ricaricare” la posta nel marsupio e spostarmi di nuovo. Anche se ho l’auto, percorro circa 8-9 chilometri a piedi ogni giorno; è l’aspetto che amo di più del mio lavoro, mi fa stare bene”.

Un incontro con la natura
E se nell’immaginario comune il postino suona sempre due volte, nella realtà norvegese Stefano non preme mai il campanello dei suoi clienti. “Qui non ci sono raccomandate da far firmare e non c’è motivo di salire al piano – prosegue – In realtà ho brevi contatti con le persone, posso passare anche un intero turno e non incontrare nessuno”. Consegnare la posta a Oslo si delinea più come un grande viaggio paesaggistico e non è facile scegliere tra i tanti scorci “dipinti” da Stefano nei suoi tragitti. Dalle lettere ghiacciate nel bel mezzo di una tempesta di neve (“Non soffro tanto le basse temperature ma devo ammettere che fa freschetto”, scherza) agli incontri con daini e scoiattoli mentre porta la posta alle case nel bosco. “Questo è un altro aspetto che amo del mio lavoro – rivela Stefano -. Anche se ormai non ci faccio più caso, a volte mi fermo a pensare in che posto magnifico vivo”.