L'Abbazia di Santa Maria di Staffarda a Revello (Cuneo)

In un periodo in cui il settore del turismo cerca il rilancio, il mondo dell’ospitalità di matrice religiosa si propone agli italiani con un’iniziativa dedicata a chi vuole conoscere un’accoglienza che privilegi la familiarità, il confronto e la convivialità. E la denominazione “Ospitiamo a braccia aperte” già chiarisce i sentimenti che animano i gestori delle strutture partecipanti, pur con tutte le precauzioni dovute all’emergenza sanitaria. Sono circa diciassettemila le notti messe a disposizione a prezzi vantaggiosi, nei weekend da ottobre a marzo dal Trentino alla Sardegna, dal Piemonte alla Sicilia, senza tralasciare mete classiche come Roma, centro della cristianità. Chiunque potrà toccare con mano l’esperienza di soggiorno offerta dalle strutture religiose e no-profit.

Turismo e fini caritatevoli
L’obiettivo dell’iniziativa, patrocinata dall’Ufficio nazionale CEI per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport, guidato da Don Gionatan De Marco, è “mostrare uno dei tanti volti belli della Chiesa” per ridare impulso a realtà di accoglienza poco conosciute e slegate dai circuiti commerciali. Strutture ricettive che si rivolgono a chi vuole trascorrere un weekend di serenità o a chi sta progettando futuri soggiorni per i propri gruppi di riferimento. Il tutto senza dimenticare i fini caritatevoli, missionari e di sostegno a cui gli introiti sono destinati. Realizzata dall’Associazione Ospitalità Religiosa Italiana, l’iniziativa vede la collaborazione di importanti realtà del mondo religioso e laico, come il CITS (Centro Italiano Turismo Sociale), il CTG (Centro Turistico Giovanile) e il CNEC (Centro Nazionale Economi di Comunità).