Correva l’anno 1967 quando la Rai e Poste Italiane realizzarono una divertente clip per spiegare ai cittadini l’introduzione del Codice di Avviamento Postale. Un dialogo tra Raffaella Carrà e Gianni Boncompagni che, rivisto oggi, è una testimonianza di eleganza televisiva e di servizio pubblico da parte dell’azienda. Per aiutare i cittadini a familiarizzare con l’utilizzo del CAP, Poste Italiane organizzò un concorso a premi, “Il numero d’oro”, protagonista di diverse clip. In tutti gli Uffici Postali si trovavano cartoline per partecipare al gioco: andavano compilate rispondendo a semplici domande, inserendo il proprio Codice di Avviamento Postale e spedite senza essere affrancate, quindi gratuitamente. Allora, come oggi, Poste Italiane è sinonimo di cambiamento, di modifica sociale, di estensione dei confini. E il Codice di Avviamento Postale è stata una vera rivoluzione nel recapito. La Rai, fedele alla sua utilità sociale, partecipò arruolando le star del momento. Da Raffaella Carrà a Gianni Morandi, da Sylva Koscina a Corrado, fino a Gino Bramieri e Ugo Tognazzi. E Gianni Boncompagni, appunto, che ebbe il ruolo di trait d’union tra tutti questi grandi personaggi dello spettacolo. Il rivoluzionario della radio, e poi del piccolo schermo, con eleganza duettò con il protagonista di turno.

La parola alla star
Quando il CAP debutta, la Carrà era la star numero uno in Italia. I critici la definivano la “Raffaella nazionale”, e per questo Poste Italiane la identificò come il volto più adatto per parlare direttamente agli italiani. La sua collaborazione con Boncompagni – che sarà poi duratura e fruttuosa – era ancora in fieri. Partirà effettivamente tre anni più tardi, fra programmi televisivi di successo e brani da hit parade (lui le scriverà i testi di “Tuca Tuca” e “Tanti auguri”). Anche se la gloria della Carrà non tramonterà mai, confermandosi intatta negli anni a venire, quella in ascolto nel 1967 era un’Italia molto diversa dal suo riflesso odierno: si discuteva della legge sul divorzio, era scioccata dalla morte in circostanze misteriose di Luigi Tenco a Sanremo e manifestava contro i bombardamenti in Vietnam. Per parlare agli italiani servivano le parole giuste, chiare ma semplici, senza rischi di incomprensioni. Sono quelle che scelsero Raffaella e Gianni. Un linguaggio che fece scuola, e che è rimasto nel dna di Poste Italiane. Perché parlare all’Italia in termini chiari e diretti, e soprattutto utili a far capire servizio ai cittadini, è una delle principali missioni dell’azienda.