Hanno rispolverato Goethe per lanciare l’iniziativa: “Gli scacchi sono la pietra di paragone dell’intelletto”. E c’è da cimentarsi con le mosse strategiche per eliminare pezzi dell’avversario a San Pietro Avellana, piccolo comune in provincia di Isernia, dove il Comune ha realizzato una scacchiera gigante. Promossa in collaborazione con la Pro loco “Ad Volana” e sul modello della celebre piazza degli scacchi a Marostica (Vicenza), è messa liberamente a disposizione di turisti e appassionati che potranno sfidarsi in partite e tornei. In programma divertimento e scoperta del territorio. I visitatori, infatti, potranno giocare e al contempo ammirare il panorama, dato che la scacchiera occupa gli spazi della piazza principale che si apre sul verdeggiante paesaggio boschivo della riserva della Biosfera Mab Unesco Alto Molise. Borgo di 450 abitanti, San Pietro Avellana ha ricevuto anche la Medaglia d’argento al Merito Civile perché durante la Seconda Guerra Mondiale il piccolo centro, allora di circa tremila abitanti, venne occupato dalle truppe tedesche che ebbero l’ordine di far “terra bruciata”, subendo così tanto da essere definito “la Cassino del Molise”, tra violenti rastrellamenti e razzie che causarono la morte e la deportazione in campi di concentramento di numerosi cittadini, nonché la totale distruzione del patrimonio edilizio.  Ora, però, questo borgo è rinato. E com’è avvenuto per numerosi piccoli centri e borghi è riuscito a conquistarsi una fetta di turisti che, anche a causa del Covid-19 e delle restrizioni legate alla pandemia, ha scelto mete e territori finora poco visitati, tralasciando le località più gettonate e quindi maggiormente popolate.  Con questa nuova attrazione turistica così particolare, San Pietro Avellana prova a conquistare ulteriore visibilità e a ospitare un numero maggiore di forestieri. Gli scacchi, messi a disposizione dal Comune di San Pietro Avellana, sono custoditi dalla Pro Loco del Borgo: è pertanto sufficiente farne richiesta per cimentarsi gratuitamente nel gioco. Il progetto, come detto, si riconduce all’esempio della scacchiera di Marostica, che sin dal 1454 organizza una partita utilizzando personaggi viventi in costumi tradizionali: gli oltre cinquecento figuranti si muovono sulla scacchiera comandati da ordini dettati nell’antica lingua medievale della Repubblica di Venezia.