Innovazione, lavoro condiviso e digitale. In sintesi: “Co-working e Southworking”. È questo il progetto che il Comune di Palermo ha previsto nella città siciliana. L’annuncio è arrivato direttamente dal sindaco, Leoluca Orlando e l’assessore alle Politiche Giovanili Paolo Petralia, con l’apertura di uno spazio di coworking pubblico per sostenere “i lavoratori agili e i nomadi digitali” della città. Perché il Covid-19 ha stravolto la nostra vita e, ovviamente, anche l’ambito lavorativo. E così centinaia di migliaia di meridionali, costretti in passato a emigrare verso il Nord, hanno “sfruttato” il periodo estivo e la possibilità di lavorare a distanza per tornare nella propria terra. E così, sono nate nuove realtà e associazioni, come “South Working – Lavorare dal Sud”, che proprio a Palermo promuove il lavoro a distanza tramite l’utilizzo di spazi comunali di coworking (in collaborazione della business community Palermo Mediterranea). La pandemia ha offerto così una ulteriore occasione alle regioni meridionali: il Sud che si trasforma e diventa più attrattivo anche per aziende e lavoratori in modalità “agile”.  Con queste premesse, la Sispi – azienda partecipata dell’innovazione del Comune di Palermo – ha deciso di aprire un coworking pubblico mettendo a disposizione alcuni capannoni vicino alla sua sede, nella zona di via Thaon de Revel. Tutti gli spazi sono coperti dalla rete dell’anello digitale della Sispi e verrà pubblicato un avviso pubblico per ospitare fino a un centinaio di postazioni. La fase successiva al lockdown sta infatti rappresentando un’occasione ideale per accelerare il processo di digitalizzazione del lavoro e per svolgere le proprie mansioni da remoto.  Ingredienti che possono permettere e agevolare un rientro di massa.  Come ha sottolineato anche il primo cittadino Orlando, il digitale “fornisce concretamente l’opportunità di vivere e lavorare a Palermo e consente di fare rientrare i giovani che hanno lasciato la nostra città per motivi di lavoro”. E come ha fatto il Comune di Palermo – che tramite un’azienda partecipata per l’innovazione si impegna a supportare lo smart working nel capoluogo siciliano -, è prevedibile che diverse amministrazioni comunali e istituzioni pubbliche possano seguirne l’esempio. Per valorizzare un territorio e (ri)portare cervelli e forza lavoro al Sud.