Roma, 8 nov. (askanews) - di Gianluca Senese Piazza Affari incorona Poste Italiane regina degli scambi. Il titolo infatti, Ë cresciuto di circa il 60% dal valore del collocamento dell'ottobre 2015, fissato a 6,75 euro, raggiungendo una capitalizzazione che ha superato quota 14 miliardi (14,028 miliardi). In particolare, il 15 ottobre il titolo ha toccato il massimo storico a quota 10,74 euro, in rialzo dell'1,37%, dopo aver registrato un picco durante la giornata a 10,87 euro. Durante la gestione dell'amministratore delegato Matteo Del Fante, iniziata ad aprile 2017, il "Total shareholder return" dell'azione (una misura della performance delle azioni che considera anche il reinvestimento dei dividendi distribuiti) indica un raddoppio del valore dell'investimento, +102%, un risultato senz'altro eccezionale per chi ha investito nel titolo di Poste Italiane. I numeri testimoniano quanto gli investitori stiamo apprezzando il progressivo raggiungimento degli obiettivi delineati nel Piano industriale Deliver 2022 e il positivo e solido contributo alla crescita dell'azienda proveniente da tutte le aree di business. L'azienda Ë parte integrante del tessuto sociale e produttivo del Paese, con 157 anni di storia, una rete di oltre 12.800 uffici postali, 514 miliardi di euro di attivit‡ finanziarie totali e circa 35 milioni di clienti.

Poste Italiane in prima linea durante il lockdown degli scorsi mesi: l’Amministratore Delegato Matteo Del Fante, nel corso del webinar “Una bussola per orientarsi e un timone per navigare verso un nuovo mondo” del Consorzio Elis organizzato dalla LUISS Business School, è tornato sul ruolo cruciale dell’Azienda nel pieno dell’emergenza sanitaria dell’inverno passato. “Quelle sono state settimane molto particolari per la psicologia di tutti gli italiani – ha ricordato Del Fante – Noi ci siamo detti come Cda che volevamo essere ricordati come quelli che, durante il lockdown, avevano fatto l’impossibile per rimanere presenti e dare un punto di riferimento. Anzi, due punti di riferimento, perché c’erano gli Uffici Postali ma c’era anche il postino che veniva tutti i giorni comunque a consegnare i pacchi e la posta. Per noi era fondamentale lasciare questi punti di riferimento perché, con tutto quello che era cambiato, se fossero cambiato anche questi non sarebbe stato positivo”.

Il pagamento delle pensioni
Il lavoro è stato svolto in continuità con tutti i rischi del caso: “Dovevamo pagare le pensioni di inizio marzo – ricorda ancora Del Fante, parlando della situazione delle prime zone rosse – e i nostri colleghi negli Uffici Postali erano positivi, quindi non avevamo abbastanza dipendenti residenti per pagare le pensioni. Abbiamo fatto un appello in Lombardia e abbiamo avuto tanti volontari che hanno dovuto passare il posto di blocco, sono stati sottoposti a tampone e portati dentro le zone rosse per andare a pagare le pensioni ai residenti. I portavalori non ci portavano soldi per approvvigionare l’Ufficio postale quindi abbiamo fatto una staffetta con i Carabinieri che andavano a prendere il denaro fuori dalla zona rossa e li portavano dentro”. “Questo lavoro – conclude l’AD di Poste Italiane – ci sta ritornando con gli interessi da tutti gli indicatori che seguiamo di trust e di soddisfazione da parte dei nostri clienti e credo che alla fine abbiamo fatto non solo una cosa buona per il sistema, ma anche per il business in futuro”.