Alle 19.34 del 23 novembre 1980, quaranta anni esatti da oggi, un violento sisma di magnitudo 6.9 della scala Mercalli colpisce la Campania, la Basilicata e parte del Foggiano. Il bilancio è catastrofico: 2.914 morti, 8.848 feriti, quasi 300mila sfollati oltre alla distruzione di interi paesi, strade, linee ferroviarie, collegamenti telex, telegrafici e telefonici.
Il pesante bilancio e l’impegno
Le Poste intervennero subito per ripristinare i collegamenti, fondamentali per le operazioni di soccorso, e per fare in modo che il presidio dell’Ufficio Postale fosse comunque garantito. Quasi 200 gli Uffici Postali distrutti, subito sostituiti da Uffici mobili, che facevano la spola fra le diverse località, da 40 Uffici allestiti in prefabbricati e da 70 Uffici allestiti in locali di fortuna. Il servizio postale – si legge in un documento dell’epoca – “rappresenta aspetto importante della vita di una comunità e vedersene privato può provocare gravi danni di ordine non soltanto economico nelle popolazioni. Il fatto che le forze dell’amministrazione postale si siano subito prodigate per il ripristino dei servizi è indicativo della volontà di non abbandonare quelle zone così duramente colpite ma di fare in modo che nelle stesse la vita ricominci, a mano a mano, a rinascere. Il lavoro del personale delle poste, insieme a quello delle Forze armate, della polizia, dei carabinieri, dei vigili del fuoco e di tutti coloro che, volontariamente, hanno prestato – e continuano a prestare – la loro opera in favore delle popolazioni disastrate, è indicativo di un’Italia che non vuole cedere di fronte allo scatenarsi degli eventi”.
Ecco le immagini dell’Archivio Storico di Poste.