La sostenibilità sociale, anche per gli effetti della pandemia, è al vertice dell’agenda degli italiani, preoccupati per le difficoltà e i disagi riscontrati durante l’emergenza coronavirus. Lo rivela il secondo Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti, “La sostenibilità al tempo del primato della salute”. Lo studio si pone l’obiettivo di “raccontare la sostenibilità sociale, intesa come l’equo accesso per tutti al benessere”, alla luce di questo periodo di emergenza sanitaria e attraverso “le opinioni, i comportamenti e i valori degli italiani”. Secondo il rapporto, per il 65,1% degli italiani una società sostenibile, che rispetta i diritti delle persone, è la priorità del nostro tempo. Soltanto il 3,6% ritiene invece che non sia un tema importante, mentre il 30%, pur riconoscendo l’importanza, pensa che vi siano altre priorità. La relazione tra sostenibilità sociale e ambientale, però, è difficile da conciliare. Infatti, il 76,4% degli italiani ritiene che le misure di tutela dell’ambiente abbiano penalizzato soprattutto chi ha meno risorse e, per lo stesso motivo, il 53,2% si dice contrario all’introduzione di alte tasse per auto, moto e caldaie considerate inquinanti. Inoltre, il 74,6% è contrario all’aumento dei biglietti dei mezzi pubblici per finanziare l’acquisto di mezzi non inquinanti.

Le disuguaglianze amplificate dall’emergenza
Lo studio, poi, mette a fuoco alcuni disagi “amplificati dall’emergenza” e le “nuove difficoltà sociali indotte dalla accelerata digitalizzazione di questi mesi”. Il rapporto evidenzia, quindi, che “5 milioni di italiani hanno difficoltà nel mettere in tavola pasti decenti e così sarà anche nelle festività”. Dal quadro viene fuori che nell’emergenza sono 600 mila le persone che si sono aggiunte ai poveri, mentre 7,6 milioni di famiglie hanno subito un severo peggioramento del tenore di vita e nove milioni di italiani hanno integrato i redditi da familiari o banche.