“Stiamo vivendo un periodo tostissimo ma dobbiamo provare ad investire su quello che abbiamo dentro. Dobbiamo provare a fare i conti con il nostro passato, facendo tesoro dei nostri errori e, se ci sono state, delle nostre mancanze. Dobbiamo farlo, perché quando tutto ripartirà e ripartirà, non possiamo farci trovare impreparati”. Lorena Bianchetti mescola saggezza e ottimismo, equilibrio e fiducia. Non perde il sorriso: “Dopo il buio c’è sempre la luce”. Sa che oggi “siamo tutti chiamati a delle rinunce” (“non vedere parenti o amici è tanto doloroso quanto necessario”) e che viviamo “una stanchezza psicologica” ma sa anche che questo è “il tempo giusto per fermarsi a riflettere, su noi stessi e sul mondo che ci circonda” e per fare “quelle cose che troppo speso rimandiamo perché non abbiamo tempo, perché andiamo sempre di corsa”. Il volto di “A sua immagine”, il programma di Rai1 che scrive e conduce ormai da anni, racconta a Postenews la sua nuova vita in campagna con la famiglia, di come sia necessario ascoltare, anche in tv, parole che fanno bene all’anima e delle lettere che riceve dai fan. Senza dimenticare le tappe all’Ufficio Postale: “Se devo mandare un pacco vado fisicamente lì: è un gesto concreto che mi fa sentire sicura”.

Ogni settimana ti seguiamo su Rai1 con “A sua immagine”. C’è l’attualità, la spiritualità, ci sono le storie di fede. Che ruolo ha la tv in tempi di pandemia?
“La tv ha un ruolo fondamentale. In questo periodo ha responsabilizzato le persone. Ha fatto conoscere loro un nemico invisibile, ha fatto crescere la consapevolezza del pericolo e la necessità di seguire i giusti comportamenti. Credo che la tv debba raccontare questo delicato momento con equilibrio: senza spettacolarizzazioni o strumentalizzazioni. Deve raccontare la verità e usare i termini giusti: la paura non deve diventare panico. La fede poi in questo momento è un aiuto ulteriore: ammorbidisce il cuore. Mi piace ricordare le parole pronunciate da Papa Francesco nella preghiera speciale per l’emergenza sanitaria: abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.

Un mondo malato è un mondo dove non c’è mai tempo.
“Corriamo sempre, facciamo mille cose e sempre di corsa mentre questa pandemia ci offre il tempo: ne abbiamo molto più a disposizione per riflettere su noi stessi, su tante cose. E per fare attenzione anche a quelle piccole cose che prima magari non guardavamo perché troppo distratti. È un ritmo lento quello di questi giorni ma dobbiamo viverlo come un’opportunità. Questo virus ci dice che c’è un tempo per tutto e che ora ci dobbiamo fermare. Io sto facendo di tutto per non farmi rubare questa opportunità: vivo riempendo al meglio questo tempo sospeso. E poi rispetto le regole, faccio attenzione, ci siamo trasferiti nella casa in campagna vicino Roma. Mi godo mia figlia. Siamo più isolati sì, ma isolarsi è un piccolo contributo che tutti dovrebbero fare per combattere il virus. Certo è che ci mancano gli amici, non avere la famiglia vicina al completo: qui c’è un tavolo grande che usiamo per le occasioni speciali, simbolo di accoglienza e di festa. Spero che presto torneremo tutti a riunirci attorno a quel tavolo. Ora è tempo di rinunce e ci accontentiamo delle videochiamate”.

Inviare una lettera o spedire un pacco possono aiutare a sentirsi più vicini?
“Sì. Io quando c’è da spedire una raccomandata o un pacco vado personalmente all’Ufficio Postale. Fare il gesto concreto di arrivare lì e spedirlo non so perché ma mi fa sentire più sicura. Anche perché poi – devo ammetterlo – non sono bravissima con le app e la tecnologia”.

Il tuo rapporto con le lettere? Le ricevi dai fan?
“Le lettere mi ricordano la mia adolescenza. I lunghi carteggi con gli amici, specie quelli che abitavano all’estero: ne avevo molti in Francia. Ricordo l’attesa e la magia di trovare le lettere nella cassetta della posta. Ricordi belli. Peccato si stia perdendo l’abitudine di scrivere lettere. Io però ne continuo a ricevere tante: sono lettere di fan, persone grandi che magari mi danno del voi. Sono ricche di umana dolcezza. I più giovani invece mi scrivono sui social. Tutta un’altra storia”.

Leggi tutte le interviste di Postenews