Prima il caffè. Poi la pizza. In mezzo, altri beni di primaria e quotidiana necessità. In tempi di Covid, però, anche “regalare” un tampone può rappresentare un dono insperato e un gesto solidale. Nasce da questo principio il “tampone sospeso”, l’iniziativa per consentire alle persone meno abbienti di accedere alla campagna di Covid screening al costo sociale di 18 euro. E non poteva che essere Napoli il teatro di questa proposta solidale, con una risposta entusiasmante. Da subito. Tante persone in fila per il proprio test e altrettanti per ‘sospenderlo’, presentandosi fisicamente o prenotando a distanza.  Appena partito il servizio, infatti, sono state 500 le donazioni in poco tempo, come annunciato orgogliosamente dall’associazione “SaDiSa, Diritti in Salute”, promotrice dell’iniziativa insieme alla “Fondazione Comunità di San Gennaro Onlus” e in collaborazione con la Farmacia Mele di Ersilio Mele e la Presidenza della Municipalità 3 di Napoli. Diffusa inizialmente al Rione Sanità ha già toccato altri quartieri, come Scampia. “Dal centro, per poi estendersi in periferia in un’ottica di condivisione del problema”, come hanno sottolineato i promotori. Due quartieri distanti ma anche simili dove c’è un alto rischio di contagio perché nuclei familiari molto numerosi vivono in contesti ristretti e dove l’esigenza di fare il tampone purtroppo si scontrava con i costi elevati. I primi 150 tamponi sospesi sono stati utilizzati per testare gli ospiti della comunità La Tenda Onlus (senzatetto e poveri), mentre fra le 500 prenotazioni ce n’è anche una da Roma. Il primo obiettivo è quello di raggiungere i 10mila test effettuati, ma si spera, ovviamente, di andare oltre. Tutto nasce dalla convinzione che solo attraverso una campagna di tamponi di massa, con conseguente individuazione dei soggetti positivi, si possa evitare un aumento del contagio. E se il costo del test diventa un ostacolo, sopperisce la solidarietà. I tamponi antigenici possono essere prenotati contattando il numero 3792151320, e presentando la prescrizione medica, così come previsto dalle disposizioni regionali.  E se durante la Seconda Guerra Mondiale, il “caffè sospeso” mostrava la capacità di empatia di un popolo, in tempi di pandemia lo diventa un test contro il virus. Non è andato bene come ci illudevamo durante la prima ondata, ma si può fare del bene.