Per il 45% degli italiani, i prodotti agroalimentari delle aziende ‘tradizionali’ vengono percepiti, a prescindere dall’effettivo consumo, di qualità superiore rispetto a quelli delle aziende più avanzate dal punto di vista tecnologico. Ma a fronte di un futuro condizionato dai cambiamenti climatici e dalla necessità di attività produttive più sostenibili, il piano di ribalta: il 54% dei consumatori, infatti, ritiene necessario un cambio di rotta per gli agricoltori italiani, attraverso investimenti in innovazione che permettano di affrontare la doppia sfida della competitività e sostenibilità. È quanto emerge, in sintesi, da una ricerca realizzata da Nomisma, in collaborazione con Crif, presentata ieri mattina, in diretta streaming, al V Forum Agrifood Monitor.

Investire sulle nuove tecnologie
Lo studio ha dimostrato come molte convinzioni degli italiani sulle innovazioni in agricoltura derivano da una scarsa conoscenza, tanto da venire appunto ribaltate una volta spiegate le funzioni di tali miglioramenti tecnologici, soprattutto se inquadrate nello scenario evolutivo dei prossimi anni. Uno scenario futuro, evidenzia Nomisma, contraddistinto dalla scarsità di cibo (entro il 2050 ne occorrerà tra il 60% e 70% in più di quello attualmente prodotto per soddisfare la domanda alimentare mondiale), di acqua e di terra (sempre nel 2050 ogni essere umano avrà a disposizione 0,1 ettari di superficie coltivabile contro i 0,4 ettari del 1960) e in un contesto di clima ‘impazzito’ (negli ultimi quarant’anni, il numero di disastri naturali nel mondo è più che triplicato). È anche da questa preoccupante visione che la Commissione europea è partita con il lancio del ‘Green Deal’, un piano d’azione – ricorda Nomisma -, che dovrebbe portare l’Ue entro il 2050 alla neutralità climatica (zero emissioni nette di gas a effetto serra) e che, con le sottostanti strategie ‘From Farm to Fork’ e ‘Biodiversity’ individua ambiziosi obiettivi che andranno ad incidere sensibilmente sulle attività agricole ed alimentari. Secondo Nomisma, dunque, la soluzione è investire sulle nuove tecnologie.