Nel 2018, la spesa dei Comuni per i servizi sociali cresce per il quinto anno consecutivo e raggiunge 7 miliardi 742 milioni di euro, recuperando pienamente il calo del triennio 2011-2013. È quanto emerge dal report Istat “La spesa dei comuni per i servizi sociali anno 2018”. La spesa per abitante è pari a 124 euro (120 nel 2017) con differenze territoriali molto ampie: al Sud è di 58 euro, meno della metà del resto del Paese e circa un terzo di quella del Nord est (177 euro). Le risorse sono destinate prevalentemente ai minori e alle famiglie con figli (38%), alle persone con disabilità (27%) e agli anziani (17%).

Risorse premi per metà dei Comuni
La maggior parte delle risorse impiegate a livello locale per i servizi sociali provengono dai Comuni (57,1%) e dalle associazioni di Comuni (2,5%), che gestiscono il 31% della spesa impiegata sul territorio per i servizi e gli interventi sociali. Fra le altre fonti di finanziamento, la più rilevante è data dai fondi regionali vincolati per le politiche sociali (fondi provinciali nel caso di province autonome), che coprono il 18,1% della spesa.

Famiglie e minori: si spende di più
Aumenta anche la spesa per famiglie e minori: circa 2,8 miliardi di euro (38,1% della spesa totale), + 2,7% rispetto al precedente anno. A livello territoriale, è il Centro Italia la ripartizione che destina più fondi a quest’area (41,3%), con in testa la regione Umbria (47,1%); seguono il Sud (40,4%), con la Puglia che ha la quota più alta (il 44%), il Nord-ovest (39,2%), trainato dalla Liguria (44,6%), il Nord-est (36%) e le Isole (30,3%). In termini pro-capite (in rapporto al numero di residenti nelle famiglie con minori di 18 anni) le risorse sono passate da 176 euro nel 2017 a 184 nel 2018, ma rimane tuttavia l’ampio divario Nord-Sud: si passa infatti dai 569 euro spesi per abitante della Provincia Autonoma di Bolzano ai 27 della Calabria. Nel confronto con l’Europa, riferito al più generale comparto della protezione sociale, la spesa pro-capite (in questo caso rapportata al totale dei residenti) risulta decisamente più bassa nel nostro Paese (311 euro nel 2018 contro 616 della media Ue) e il divario è ancora più ampio rispetto a paesi limitrofi come Francia (789 euro) e Germania (1.189).

Incremento di spesa per i disabili, ma non ovunque
Nel 2018 è proseguito l’andamento positivo della spesa sociale dei Comuni per l’area disabili, con un aumento del 6,9% rispetto al 2017. In termini complessivi, si tratta dell’incremento maggiore fra tutte le aree di utenza. Rispetto al 2003, primo anno in cui l’Istat ha raccolto i dati sulla spesa dei Comuni per interventi e servizi sociali, le risorse destinate alle persone disabili sono quasi raddoppiate: da un miliardo e 22 milioni di euro nel 2003 a 2 miliardi e 5 milioni nel 2018. Tale crescita è riconducibile principalmente all’introduzione del Fondo nazionale per la non autosufficienza. Dal punto di vista territoriale le risorse impiegate per i servizi di supporto ai disabili continuano a essere disomogenee e con differenziali di crescita. Il Nord-est in particolare è l’area d’Italia con l’aumento più sostenuto nel 2018 (+10,7%), seguono il Centro (+7,9%), il Nord-ovest (+7,6%) e le Isole (+3,5%). La spesa è invece rimasta stabile al Sud. Per quanto riguarda i servizi sociali destinati agli anziani, la spesa è stata pari a circa 1,29 miliardi di euro (-1,3% rispetto al 2017), il 17,2% del totale, terza dopo l’area famiglia e minori e l’area disabili.