L’emergenza Covid-19 sta aumentando la complessità dei network logistici per far fronte al boom dell’e-commerce registrato durante la pandemia, con appena il 14% degli operatori che utilizza solo una tipologia di magazzino fra quelli di stoccaggio e di prossimità con e senza stock e i fulfillment center, e ben il 47% che integra tutte e quattro le modalità per le proprie attività. La sfida dell’omnicanalità e l’esigenza di una presenza più capillare sul territorio spingono l’evoluzione dei magazzini di prossimità e dei fulfillment center, considerati in aumento nelle aree urbane da oltre il 40% delle aziende esaminate. E nei pressi dei centri urbani nasce il micro-fulfillment center, una nuova tipologia di magazzino in cui le operazioni di prelievo sono spesso automatizzate e integrate con il trasporto nell’ultimo miglio. Cresce la spinta all’automazione, che ormai riguarda diverse aree del magazzino, dallo stoccaggio (secondo il 71% dei rispondenti) all’allestimento (59%) e allo smistamento degli ordini in entrata (47%) e in uscita (71%). Si diffondono tecnologie e soluzioni che migliorano l’efficienza energetica e l’impatto ambientale dei magazzini. Le soluzioni più adottate riguardano l’illuminazione, come le lampade LED e la sensoristica per la riduzione dei consumi, pari al 34% delle tecnologie utilizzate e impiegate nell’88% degli immobili logistici censiti, e i sistemi per la movimentazione e automazione, come i carrelli con batterie agli ioni di litio e la ricarica delle batterie in alta frequenza, che sono il 17% del totale e sono presenti nel 35% degli immobili logistici. Le tecnologie di maggior interesse in prospettiva sono quelle per l’impiantistica (26%) e il green building (23%). Nel 38% degli edifici logistici esaminati si ricorre a fonti di energia rinnovabile oltre al mix nazionale, prevalentemente fotovoltaico in autoconsumo (57%) e acquisto da fonti rinnovabili certificate (36%). Sono i risultati dell’indagine sull’evoluzione degli immobili logistici realizzata mappando quasi 3 milioni di metri quadri di magazzini dell’Osservatorio Contract Logistics della School of Management del Politecnico di Milano, realizzata in collaborazione con Assologistica e con il supporto di numerose associazioni datoriali ed aziende tra cui Poste Italiane.

Il trend dell’omnicanalità
Il trend che sta maggiormente influenzando la progettazione dei magazzini è l’omnicanalità, che ha un impatto particolarmente evidente sulle attività di allestimento ordini (secondo il 53% del campione), spedizione (53%), smistamento in entrata (24%) e in uscita (38%), cross-docking (35%) e sui servizi a valore aggiunto (38%). Il secondo trend più rilevante è l’automazione, che riguarda prevalentemente lo stoccaggio degli ordini (secondo il 71% dei rispondenti), ma si sta diffondendo anche nelle fasi di allestimento (59%) e smistamento degli ordini in entrata (47%) e in uscita (71%), oltre che nelle attività di ricevimento (26%), spedizione (21%). Un’altra tendenza significativa è l’attenzione alla sostenibilità sociale. Si diffondono sistemi di sensoristica per la prevenzione di incidenti e soluzioni per il miglioramento dell’ergonomia, che trovano applicazione soprattutto nelle attività più critiche in termini di assembramento come il ricevimento (50%), l’allestimento (50%) e la spedizione degli ordini (35%), le attività di ufficio (38%) e i servizi a valore aggiunto (35%)