Vaccini svuotano terapie intensive

La campagna vaccinale ha decisamente cambiato marcia. È stata l’accelerata della Lombardia, che aveva mostrato più di qualche problema nella gestione delle somministrazioni, a certificare il nuovo ritmo. Decisivo il ruolo di Poste Italiane, che nella regione ha sostituito il sistema di prenotazioni che era stato inizialmente affidato ad Aria: superata di gran lunga la soglia delle 51mila dosi giornaliere prevista dal generale Figliuolo, toccando la ben più elevata quota di 65mila. Grazie a questi risultati, dallo scorso venerdì sono partite le prenotazioni anche per la fascia 60-64 anni. Notizie positive arrivano anche dal Lazio, che il 22 aprile ha superato il record delle vaccinazioni, con 36.379 somministrazioni in 24 ore e la proiezione delle 40mila molto vicina, come ha confermato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, il giorno successivo in conferenza stampa, evidenziando come la regione sia al 23% della popolazione immunizzata, rispetto al 19% della media nazionale.

Si alleggeriscono le terapie intensive
Grazie a questi progressi nella regione, e a riprova dei benefici della campagna vaccinale sulla circolazione dei virus e nel limitare i casi con sintomi gravi, all’Ospedale Spallanzani di Roma sono ora 169 i pazienti positivi al tampone per la ricerca della Sars-CoV-2 ricoverati nei reparti ordinari e solo 32 quelli in terapia intensiva. «Dei 70 posti occupati in Terapia intensiva nei mesi peggiori della pandemia, siamo scesi a una trentina», ha detto alla Repubblica Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani. Dello Spallanzani, il Tg Poste aveva intervistato, a ridosso della scorsa estate, la dottoressa Marta Branca, che ne è direttore generale, che aveva spiegato le varie fase che avrebbero portato alla produzione del vaccino anti Covid-19 e l’importanza dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.