Una serie di cartoline “limited edition” e un annullo postale speciale, dedicato ai 40 anni del Consorzio di Tutela della mozzarella di Bufala Campana Dop. La nuova iniziativa del Consorzio, per celebrare l’anniversario della sua costituzione, nasce quindi in collaborazione con la Divisione Filatelia di Poste Italiane. Sono sei i soggetti scelti per le cartoline, che hanno l’obiettivo di raccontare e valorizzare le bellezze storico-artistiche e paesaggistiche dell’area di produzione della mozzarella di bufala campana Dop, una zona che comprende, oltre alla Campania, anche il basso Lazio, parte della provincia di Foggia in Puglia e il comune di Venafro in Molise
I soggetti “immortalati”
Nelle stampe sono stati “immortalati” i templi di Paestum, la Reggia di Caserta, il parco nazionale del Circeo e l’arco San Felice di Vieste nel parco nazionale del Gargano, accanto alle varie fasi di produzione della Bufala Campana, dalla filatura fino alla mozzatura. Un’altra serie è incentrata solo sulla mozzarella e l’ultima raffigura la mappa stilizzata dell’intera area Dop.
Il fenomeno Bufala
Un fenomeno mondiale, che incarna lo stile di vita italiano, fatto di gusto e piacere. Nel 2020 sono state prodotte 50.176 tonnellate di mozzarella a marchio Dop e l’export ha raggiunto una quota del 37%, con in testa Francia, Germania e Spagna, ma con mercati emergenti come Cina e Giappone, dove si avvertono i primi effetti degli accordi di tutela internazionali. La mozzarella di Bufala Campana Dop – la cui denominazione di origine protetta è stata ottenuta nel 1996, a tre anni dal riconoscimento nazionale della denominazione – è poi stata registrata direttamente in Gran Bretagna, ottenendo anche la protezione nazionale, per tutelarla dagli effetti della Brexit. Il Regno Unito è il terzo Paese per l’export della bufala Dop, con una percentuale dell’11,31% e un giro d’affari di 12 milioni di euro.
La storia del Consorzio
Era il 13 luglio 1981 quando un gruppo di casari e titolari di caseifici decise di unire le forze e puntare alla salvaguardia e alla promozione di quello che oggi è diventato uno dei prodotti simboli del Made in Italy. Quarant’anni dopo – come descritto sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno – il metodo di lavorazione è rimasto quello artigianale, sostenuto, ora, dall’ innovazione tecnologica che non ha intaccato la qualità del prodotto fresco, ma ne ha elevato gli standard, fino a spingere la commercializzazione della mozzarella di bufala campana Dop sui mercati internazionali. Nel 2020 sono state prodotte 50.176 tonnellate di mozzarella a
marchio Dop e l’export ha raggiunto una quota del 37%, con in testa Francia, Germania e Spagna, ma con mercati emergenti come Cina e Giappone, dove si avvertono i primi effetti degli accordi di tutela internazionali.