Alessia Maurelli, bronzo a Tokyo: “Forza, sacrificio, stimoli: il gioco di squadra è tutto”
Da sinistra Martina Santandrea, Daniela Mogurean, Alessia Maurelli, Agnese Duranti e Martina Centofanti

In questa intervista, realizzata pochi mesi fa dal magazine Postenews, la ginnasta Alessia Maurelli, bronzo a Tokyo con le “Farfalle”, parla dell’importanza del gruppo nel raggiungimento dei risultati

Ci sono poche discipline “totalizzanti” come la ginnastica ritmica sia per il sacrificio richiesto da un allenamento durissimo sia per l’affiatamento necessario a livello di squadra: sincronizzare i propri comportamenti durante l’anno è fondamentale per trovare un’intesa perfetta in pedana, dove il dettaglio è tutto, come spiega Alessia Maurelli, da Rio 2016 capitano della Nazionale di ginnastica ritmica allenata da Emanuela Maccarani. Appartenenti al Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare, le “Farfalle” (con Alessia Maurelli ci sono Martina Centofanti, Agnese Duranti, Letizia Cicconcelli e Martina Santandrea) continuano lo loro preparazione verso le Olimpiadi. E con le sue parole Alessia tratteggia un parallelismo tra sport e azienda che si ritrova ogni giorno anche nell’impegno delle persone di Poste Italiane.

Alessia, cosa significa per voi fare gioco di squadra?

“Nella ginnastica ritmica la squadra si sente sulla propria pelle. Per undici mesi l’anno viviamo isolate dal resto del mondo in un hotel, ci alleniamo sei giorni su sette per otto ore al giorno. Stare insieme in palestra e fuori fortifica il gruppo: basta uno sguardo per capirsi e questa capacità di conoscersi fa la differenza durante le competizioni, la nostra disciplina si basa su una preparazione ferrea e sugli automatismi”.

Com’è questa vita per delle ragazze che hanno tra i 16 e i 24 anni?

“Dietro ai nostri esercizi ci sono sacrifici che servono a perfezionare i dettagli fino alla punta del mignolo. L’intesa in pedana si costruisce con tanto lavoro a livello psicologico, di gruppo e di motivazione. Prima di entrare in pedana, da capitano, cerco sempre di trasmettere grinta alle mie compagne. È in quel momento che ci trasformiamo in “farfalle””.

Un piccolo sbaglio può essere decisivo nella valutazione della giuria. Come viene vissuto l’errore di un membro del gruppo da parte della squadra?

“Non c’è mai nessuna forma di rimprovero né da parte della nostra allenatrice né da parte delle compagne. Cerchiamo di dare la giusta importanza all’errore e di stare molto più attente già dall’allenamento successivo”.

Che esempio può dare la tua disciplina a chi lavora in un’azienda come Poste?

“Bisogna aiutarsi sempre, darsi forza a vicenda e sacrificarsi anche quando, per qualsiasi motivo, capita una giornata storta”.

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