“Puliamo il Mondo”, Poste in prima fila a sostegno dell’ambiente

Un fine settimana all’insegna dell’ecologia, per ripulire le città dai rifiuti, ma anche dai preconcetti e dalle discriminazioni. Da oggi e fino a domenica in tutta Italia si svolge “Puliamo il mondo”, la campagna di volontariato ambientale, promossa da Legambiente in collaborazione con la Rai; Poste Italiane si conferma partner dell’iniziativa. L’evento, dal 1993, chiama a raccolta cittadini di tutte le età, aziende e amministrazioni comunali, allo scopo di rendere più pulite le strade, i borghi e gli spazi verdi dei paesi, nonché parchi, spiagge e sponde dei fiumi, ma soprattutto con l’intento di creare una forte coscienza ambientale.

La vita del pianeta

Cittadini armati di ramazza, pettorine e sacchetti per la raccolta, faranno parte dei gruppi di “volontari per l’ambiente” che con la loro presenza serviranno anche come testimonianza operativa di sensibilizzazione sull’emergenza rifiuti, ma anche sul clima. A fianco della tradizionale iniziativa ecologica, Legambiente mette infatti anche quest’anno in campo la campagna “Puliamo il mondo dai pregiudizi e dalle discriminazioni”: rendere il Pianeta un posto più salubre vuol dire allungargli la vita ma per fare questo l’ecologia deve andare a braccetto con la giustizia climatica ma anche con l’assenza di ingiustizie, emarginazione e soprusi.

L’altra faccia della crisi climatica

I migranti ambientali rappresentano l’altra faccia della crisi climatica: le stime globali dell’l’Internal Displacement Monitoring Centre (IDMC) segnalano un aumento esponenziale nel 2020 di questo fenomeno con oltre 30,7 milioni di persone (su 40 milioni totali di sfollati interni) costrette a fuggire a causa di disastri ambientali.  In questo quadro, la mappa delle criticità sociali e quella delle criticità ambientali finiscono per sovrapporsi, sottolinea Legambiente: sempre secondo dati IDMC, infatti, il 95% dei conflitti registrati nel 2020 è avvenuto in Paesi ad alta o altissima vulnerabilità ai cambiamenti climatici e degrado ambientale.

Le stime per il 2050

Non solo. Secondo l’Alto commissariato delle nazioni Unite per i rifugiati, l’86% dei migranti è ospite di nazioni in via di sviluppo, anch’esse tra le più vulnerabili dal punto di vista climatico e ambientale. Entro il 2050, secondo le stime globali, il numero di persone costrette a spostarsi per criticità ambientali indotte anche dai cambiamenti climatici può toccare il miliardo.

Rifugiati ambientali”

“Le migrazioni sono una sfida globale che non può rimanere nel dibattito interno. – dice la presidente nazionale Vanessa Pallucchi – La mancanza di un riconoscimento internazionale della figura dei ‘rifugiati ambientali’ è un vuoto normativo da colmare il prima possibile. Chiediamo al Governo e al Parlamento italiano di ampliare le forme di protezione nazionale per tutelare chi fugge dagli effetti della crisi climatica. Con iniziative come “Puliamo il Mondo Legambiente s’impegna a costruire percorsi d’inclusione e solidarietà a partire dai territori, combattendo ogni forma di razzismo e violenza che, spesso alimentati da narrazioni false e tendenziose, hanno assunto proporzioni inquietanti anche nel nostro Paese”.