Gli italiani sono sempre più connessi, ma la tv resta centrale

La digital life non è un modo di vivere e di pensare circoscritto a millennials e generazione Z, ma è un fenomeno strutturale, che coinvolge tutti gli italiani, destinato a restare e a incrementare qualità della vita e benessere di tutti. È quanto emerge dal quarto rapporto Auditel-Censis, “L’Italia multiscreen: dalla smart-tv allo schermo in tasca, così il Paese corre verso il digitale”.

La domanda di device

Il rapporto fotografa quanto sta accadendo nella società e nelle case delle famiglie italiane e di come questo si rifletta su dotazioni di device, connessioni e consumi mediatici. La vita spostata all’improvviso all’interno delle mura domestiche ha determinato una forte domanda di dotazioni tecnologiche e di connessioni: gli schermi all’interno delle abitazioni sono 119 milioni e 400.000 (+6,2% negli ultimi due anni), le famiglie che hanno la connessione a internet sono il 90,2% del totale (+3,6% dal 2019 a oggi) e quelle che possiedono una connessione sia domestica che mobile sono il 59,4% (+6,2%).

La tv al centro

“Dal rapporto emerge l’assoluta centralità della televisione all’ interno della trasformazione del paese del paese in chiave digitale”, ha detto Andrea Imperiali, presidente Auditel. “Si registra un ulteriore incremento delle dotazioni tecnologiche presenti delle case e nelle tasche degli italiani. Si registra una crescente adesione alla banda larga, che si configura sempre più come bene di prima necessità e non più accessorio; infine, si confermano nuovi e sempre più radicati comportamenti di visione e nuovi mix nella scelta dei contenuti Tv, generati dall’ampliamento dell’offerta free e pay”, ha aggiunto. Degli schermi non si può più fare a meno, in casa e fuori. Anzi, televisioni, smart Tv e smartphone guidano la corsa degli italiani verso la digitalizzazione e un nuovo modo di fruire di contenuti audio e video. Crescono le smart Tv, che nel 2021 hanno superato quota 15 milioni e rispondono alle nuove modalità di fruizione che si stanno affermando e alle necessità imposte dal passaggio al digitale terrestre di seconda generazione.

Cambia la fruizione

“Se qualcuno pensava che con i nuovi stili di vita e con le nuove modalità di ascolto la televisione avrebbe perso la sua capacità di fare audience si sbagliava”, ha commentato Giuseppe De Rita, presidente del Censis. Più tempo dentro casa ha significato anche più tempo trascorso davanti al televisore e agli altri schermi per soddisfare crescenti bisogni di informazione e di intrattenimento. I dati sugli ascolti certificano una crescita di audience e di tempo dedicato alla visione della tv lineare e in streaming. La televisione resta, ma cambiano le modalità di fruizione dei contenuti audio e video, sempre più individualizzate, on demand, con la costruzione da parte di ciascun componente del nucleo famigliare di un proprio palinsesto fatto della combinazione di contenuti diversi su schermi diversi, in luoghi diversi.