Scacchi per corrispondenza: quelle sfide mondiali decise per posta

A volte anche la posta può essere lo strumento adatto per dilettarsi in simpatici giochi. È quanto avviene negli scacchi per corrispondenza, una curiosa variante del gioco degli scacchi che utilizza una forma di corrispondenza a lunga distanza come, appunto, quella postale. Ne abbiamo parlato con Mirko Trasciatti, noto scacchista e consigliere dell’Associazione Scacchistica Italiana Giocatori per Corrispondenza (ASIGC), organismo affiliato alla Federazione Scacchistica Italiana: “Gli scacchi per corrispondenza, chiamati anche gioco postale – sottolinea il membro dell’ASIGC – possono essere ancora svolti con la classica lettera postale, nonostante le forme del gioco avvengano oggi anche per via telematica, tramite scambio di email o mediante apposite piattaforme server. A tal proposito vorrei sottolineare che si è recentemente conclusa la 19esima Olimpiade degli Scacchi per Corrispondenza, vinta dalla Bulgaria. Olimpiade giocata proprio con formula “postale”, ossia con delle cartoline inviate tramite posta ordinaria”.

Un ruolo fondamentale

Una storia, quella degli scacchi per corrispondenza, che ancor oggi appassiona un numero molto ampio di giocatori: “E in tutto ciò le Poste – aggiunge Trasciatti – svolgono un ruolo fondamentale, tanto che oggi vengono organizzati dei veri e propri tornei postali. Anche i Campionati Italiani di Scacchi per Corrispondenza vengono infatti organizzati annualmente dall’ASIGC. Si tratta di campionati molto agguerriti che, spesso, durano anche diversi anni, al termine dei quali viene decretato il campione italiano assoluto di scacchi per corrispondenza”.

Come funziona il gioco

Ma come avviene, nel dettaglio, il gioco degli scacchi per corrispondenza postale? “Un tempo esistevano delle vere e proprie cartoline prestampate – sottolinea Mirko Trasciatti – sulle quali vi erano appositi spazi che disegnavano una scacchiera, all’interno della quale era possibile scrivere la mossa da spedire al proprio avversario. Ma, assai di frequente, la mossa da recapitare al ‘rivale’ viene anche scritta di proprio pugno su una cartolina di tipo tradizionale, che poi viene imbustata e spedita, con tanto di francobollo”. Gli scacchi per corrispondenza si differenziano da quelli giocati tra due giocatori presenti al tavolino per diversi aspetti: mentre i giocatori a tavolino disputano una partita alla volta (ad eccezione dell’esibizione simultanea), i giocatori per corrispondenza spesso hanno in corso diverse partite nello stesso momento. Va poi aggiunto che negli scacchi per corrispondenza vi è anche un tempo di riflessione maggiore per i giocatori: questo tempo permette di operare calcoli più profondi e ciò comporta che le sviste siano meno frequenti.

La vetrina internazionale

Esistono anche, a livello internazionale, alcune attivissime organizzazioni di scacchi per posta, come la International Correspondence Chess Association e la United States Chess Federation, realtà che hanno lo scopo di diffondere questa arte così suggestiva. C’è inoltre da aggiungere che sono in pieno svolgimento i Campionati Mondiali di Scacchi a Dubai, che terranno incollati alla tv o sulle piattaforme online milioni di appassionati in tutto il mondo fino al 16 dicembre prossimo, con la Federazione Scacchistica Italiana del Presidente Luigi Maggi che è una delle protagoniste dell’evento. Tornando in Italia, è imminente anche la partenza di un nuovo torneo.

La proposta di legge

In questo caso, la formula sarà interamente “postale”, ossia con delle cartoline inviate tramite posta ordinaria: “Tra le proposte di legge presentate, vi è anche quella per il riconoscimento della qualifica di “stampe” delle cartoline usate per il gioco degli scacchi per corrispondenza, richiesta che fu fatta dall’ASIGC alcuni anni fa – conclude Trasciatti – Insomma, gli scacchi per corrispondenza postale rappresentano un gioco apprezzato, ancor oggi, da migliaia di appassionati che, grazie all’imprescindibile supporto di Poste Italiane, si dilettano nel loro passatempo preferito. Appuntamento dunque (è proprio il caso di dirlo) alla prossima mossa.