PNRR: cresce la digitalizzazione in Italia, ma c’è ancora molto da fare

L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) comprende oramai tutti i 7.903 comuni italiani. A PagoPA hanno aderito quasi tutte le amministrazioni (in particolare il 99,4% dei comuni) per oltre 350 milioni di transazioni effettuate. Si contano 27 milioni di identità digitali erogate, con 570 milioni accessi a SPID nel 2021, e 22 milioni di accessi alla Carta Identità Elettronica (CIE). L’App IO (con la quale accedere a bonus vacanze, cashback di Stato e green pass) è stata scaricata da oltre 25 milioni di italiani. Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) ha oltre 350 milioni di referti digitalizzati accessibili. Nonostante questi dati, però, l’Italia è ancora lontana dalla media della digitalizzazione in Europa.

Le differenze tra Italia ed Europa nella digitalizzazione

Secondo i risultati dei Digital Maturity Indexes, elaborati dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, nel 2021 il nostro Paese si colloca in diciassettesima posizione tra i 27 Stati dell’UE per fattori abilitanti per la digitalizzazione, come la copertura in banda larga dei territori. Sul livello di digitalizzazione, come ad esempio l’effettivo utilizzo di banda larga da parte di cittadini e imprese, l’Italia si colloca in ventitreesima posizione. L’Italia è poi venticinquesima per diffusione delle competenze digitali, decima per digitalizzazione delle imprese e diciottesima per digitalizzazione della PA. A gravare è soprattutto il capitale umano. L’effettiva trasformazione digitale italiana è in ritardo, rispetto al resto d’Europa, a causa del gap di competenze digitali dei cittadini, che siano di base o specialistiche.

Il PNRR, una grande opportunità per la digitalizzazione

L’Italia ha davanti una grande opportunità, quella del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che complessivamente dedica a iniziative di digitalizzazione oltre 65 miliardi di euro nelle sue 6 missioni. Solamente la missione uno, dedicata alla transizione digitale, prevede investimenti per 40 miliardi di euro. Il ruolo chiave nell’attuazione sarà della Pubblica Amministrazione, a cui è destinato almeno il 60% delle risorse tra PA centrali, locali o imprese pubbliche. Gli investimenti del PNRR destinati specificatamente alla trasformazione digitale della PA ammontano a 9,72 miliardi di euro, di cui 6,14 per la digitalizzazione della PA stessa, 1,27 miliardi per l’innovazione della macchina pubblica, 2,31 miliardi per l’innovazione della giustizia.

La situazione nelle regioni italiane

L’Osservatorio ha analizzato anche le situazioni delle Regioni e delle Province Autonome. Ad emergere è un forte divario territoriale, ma anche una distanza significativa con il resto d’Europa, anche per le aree più avanzate. Il primato nel ranking va alla Provincia Autonoma di Trento con un punteggio di 57,5 (rispetto alla media italiana, pari a 50), seguita da Lombardia, con 56,2 punti, e Provincia Autonoma di Bolzano, con 56,1. Vengono poi Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Liguria sopra la media italiana, e ancora Veneto, Valle D’Aosta, Umbria, Puglia, Sardegna, Campania, Marche, Abruzzo, Sicilia, Basilicata, Calabria, Molise, a chiudere la classifica. Sette delle nove regioni con un punteggio superiore alla media italiana sono del Nord e due del Centro. Sotto la media italiana, si collocano tutte le regioni del mezzogiorno e tre del Centro-Nord.