Sui giornali i ricordi dei portalettere in pensione: “Un lavoro fantastico”

È dal 1862 che Poste Italiane garantisce la consegna della corrispondenza in tutta la nostra nazione, facendo affidamento sui suoi portalettere. Nel corso degli anni questo lavoro ha visto numerosi cambiamenti, ma l’importanza dei portalettere è rimasta. L’Arena ha voluto quindi intervistare alcuni “veterani” delle Poste Italiane, raccogliendo i loro ricordi.

“Ho bellissimi ricordi del mio lavoro per Poste”

Clara Gamba ha consegnato a Nogara, in Veneto, lettere, cartoline, giornali e raccomandate per anni. Adesso ha 102 anni e gode ancora di ottima salute. Nell’intervista per L’Arena, ha raccontato i suoi ricordi legati al mondo dei portalettere: “Ho dei bellissimi ricordi del mio lavoro. Nel 1960, o giù di lì, ho partecipato al concorso per postina perché dovevo mandare avanti la famiglia. Iniziavo alle 7 tutte le mattine e non terminavo mai prima delle 14”. Al concorso per portalettere partecipavano sempre molti giovani. Anche un figlio di Clara, Flavio, è riuscito ad essere assunto da Poste Italiane, anni dopo.

La confidente di tutte le famiglie

Clara era diventata anche la confidente e l’amica di molte famiglie. In tanti aspettavano il suo arrivo, con plichi di corrispondenza e pacchi caricati e fissati alla sua bici. Specialmente nei periodi freddi, ricorda la portalettere, “alcune persone mi invitano in casa per riscaldarmi davanti alla stufa a legna e a volte nelle corti di campagna qualcuno mi regalava un salame. Ho sempre trovato persone buone e genuine”

I fratelli portalettere degli innamorati

La divisa da portalettere Attilio Burato l’ha invece appesa al chiodo nel 1995, dopo trent’anni di lavoro. Durante questi anni al servizio di Poste Italiane, Attilio ha consegnato corrispondenza, soprattutto “la posta del cuore” degli innamorati, nei paesini veneti. La sua sede era Montecchia. Per quattro anni lavorò in coppia col fratello Mario, di cinque anni più giovane. I due consegnavano insieme la corrispondenza e, durante le soste, si godevano “il pan biscotto appena sfornato o un bicchiere di vino”.

“Il mio servizio da portalettere era fondamentale”

Adesso Attilio ha 84 anni, e, nella sua intervista per L’Arena, ricorda con gioia i suoi anni da portalettere “Che bel mestiere, quanta umanità, quante ciacole. Il mio è stato un servizio fondamentale per tanta gente: non sa quante pensioni ho portato nelle case perché le persone me lo chiedevano e si fidavano – racconta – Sono orgoglioso perché in tanti anni non ho avuto neanche un richiamo”. L’assunzione a tempo indeterminato a Poste Italiane è stato anche un regalo di nozze per Attilio. “Quando decisi di sposarmi, nel 1967, ero postino supplente. Il matrimonio era stato fissato per il 18 novembre, e il 9 ricevetti la lettera di assunzione”.