Poste fondamentale per l’Italia prima, durante e dopo l’emergenza

C’è stato un momento – nel pieno dell’emergenza coronavirus – in cui due delle quattro entità che tradizionalmente identificano lo Stato unitario, cioè le Poste e i Carabinieri (le altre due sono la scuola elementare e le Ferrovie), hanno lanciato un progetto comune. Le Poste si sono organizzate per consentire a chi ha più di 75 anni e vive da solo di ricevere a casa la pensione dopo aver delegato i Carabinieri a ritirarla e consegnarla. Un servizio per le persone più fragili e un modo per ridurre le code e il rischio contagio negli Uffici Postali. La sinergia tra Poste Italiane e l’Arma è andata avanti per tutta la durata dell’emergenza, mettendo a frutto la comune prossimità verso le categorie meno protette oltre che il radicamento territoriale: quasi 13.000 Uffici Postali e 4.500 stazioni dei Carabinieri.

Pronto soccorso sociale

Sul ruolo sociale di Poste, inteso come un pezzo della coesione del nostro Paese, si è scritto molto. Ma più che altro, molto si è visto, soprattutto negli ultimi anni, quando la parziale privatizzazione avrebbe potuto far temere un appannamento della missione pubblica dell’azienda. Molti avevano scritto e previsto che la logica del mercato, cui deve rispondere ogni azienda quotata, avrebbe finito con il ridurre e forse cancellare la capacità di fornire servizi utili e anche indispensabili ma non remunerativi. È accaduto il contrario. Nella stagione della pandemia da coronavirus, Poste Italiane è stata spesso sui media per iniziative che potremmo chiamare di “pronto soccorso sociale”. Dell’accordo con i Carabinieri si è detto, ma alla voce pensioni spiccano anche le numerose iniziative per l’accredito veloce e il pagamento in modalità telematica, senza dover fare la fila e senza mettere a rischio la salute propria e degli impiegati. Per chi non aveva accesso agli oltre 7 mila ATM Postamat le operazioni allo sportello sono state anticipate e scaglionate su più giorni, nel rispetto della turnazione alfabetica. In alcune località, come nell’hinterland milanese, gli Uffici Postali sono rimasti aperti fino a sera, per evitare assembramenti nei giorni “caldi” del pagamento delle pensioni.

Per i lavoratori

Per aiutare le persone ad affrontare le esigenze economiche durante l’emergenza Covid-19, Poste Italiane – che ha siglato un’apposita partnership con BNL Finance – ha poi anticipato il trattamento di cassa integrazione ordinaria e in deroga ai clienti BancoPosta e PostePay Evolution che ne hanno fatto richiesta. È passata attraverso le Poste l’erogazione del bonus Inps per i lavoratori autonomi, i liberi professionisti, i collaboratori coordinati e continuativi, i lavoratori stagionali e quelli dello spettacolo.

Sicurezza e credito

A milioni di famiglie sono arrivate con il portalettere anche le mascherine (due per ogni famiglia). Dalla Liguria alla Campania, diverse Regioni hanno accolto la proposta di distribuire gratuitamente, attraverso il servizio postale, l’oggetto che è diventato uno dei principali strumenti di difesa contro il dilagare del virus. In occasione degli esami di maturità, inoltre, Poste ha consegnato milioni di mascherine per conto della Protezione Civile in 3.600 scuole su tutto il territorio nazionale. Prima della consegna a studenti, docenti e personale di segreteria, Poste ha provveduto, grazie a soluzioni altamente tecnologiche, al controllo della conformità delle mascherine e alla verifica del corretto imballaggio ed etichettatura delle confezioni. Sono state accolte migliaia di richieste di sospensione dei mutui BancoPosta e delle rate dei finanziamenti BancoPosta per piccole e medie imprese e lavoratori autonomi con partita Iva. Per sostenere la comunità degli italiani aggredita da un nemico invisibile e spietato, Poste Italiane ha messo in campo risorse economiche, organizzazione e persone, le sue persone.

Contaminazione virtuosa

I servizi, resi alla pubblica amministrazione e dunque ai cittadini e alle imprese, vanno dalla distribuzione di documenti e certificati, come appunto la carta d’identità elettronica, al supporto di iniziative di e-procurement. Ma il passaggio dai servizi fisici a quelli digitali è un’esperienza che in Poste i clienti fanno quotidianamente. È una sorta di addestramento collettivo all’uso del canale digitale, una contaminazione virtuosa che si avvale di una rete capillare animata da 30 mila operatori postali. Una grande rete di distribuzione ma anche di formazione, utile in tempi normali, preziosa nelle emergenze.