Manager della sostenibilità, il lavoro del futuro tra competenze e soft skills

La transizione green è in cima alle priorità delle grandi aziende, anche se la strada da percorrere è in continua evoluzione. Ma la sostenibilità risulta ricca di opportunità per i giovani, come è stato sottolineato, in occasione del salone della CSR e dell’Innovazione Sociale, da Mara Bucciarelli, responsabile CA – SSRCG – Risk Management e Reporting Integrato di Poste Italiane.

I diversi tipi di transizione

Molta è l’attenzione nel campo della transizione digitale, perché non esiste sostenibilità senza innovazione. Un esempio di vera transizione digitale arriva da Poste Italiane, con il suo piano industriale “2024 Sustain & Innovate Plus”. Un altro tema è quello della transizione demografica, dal momento che tale processo, così come l’invecchiamento della popolazione, non può non essere una delle preoccupazioni dei manager della sostenibilità.

Le opportunità per i giovani

C’è molto da costruire, dunque, nel campo della sostenibilità, nelle grandi aziende come nelle in piccole e medie imprese, che rappresentano il 90% del tessuto economico del paese. In questi casi, sono necessarie le figure dei manager della sostenibilità, che possiedano sia conoscenze tecniche, acquisibili nel contesto universitario, che soft skills. I manager della sostenibilità, in generale, avranno la responsabilità di prendersi cura del pianeta, in termini di transizione green e di inclusione sociale. Una delle soft skill più importanti è sicuramente la pazienza: il cambiamento è un percorso lungo, che richiede molto tempo. Inoltre, si tratta di una professione che potrebbe incontrare, all’inizio, dello scetticismo: il manager si troverà a raccontare come deve cambiare il modo di lavorare davanti ad un capo del business che, magari, ha sempre lavorato in un modo specifico. In questi casi l’obiettivo è quello di convincere il manager senior che la sostenibilità supporta il business, e non il contrario.