Droni e georadar in campo per rilevare le perdite negli acquedotti italiani utilizzando fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): lo prevede l’accordo triennale di collaborazione firmato dall’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente (Irea-Cnr) e la startup Flyted.
La dispersione idrica
Dati dell’Osservatorio Valore Acqua per l’Italia indicano che il 60% degli acquedotti italiani è in funzione da più di 30 anni e che uno su quattro ha oltre 50 anni di vita; in questa situazione, nel nostro Paese viene disperso il 42% dell’acqua immessa quotidianamente negli acquedotti. Nell’ambito del Pnrr sono previsti finanziamenti volti alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua: un obiettivo complesso da raggiungere, considerando che gli oltre 400.000 chilometri della rete degli acquedotti sono, nella maggior parte dei casi, interrati.
Droni in campo
Obiettivo dell’accordo fra Irea-Cnr e Flyted è sperimentare sul campo soluzioni innovative per “identificare in modo efficace, efficiente e scalabile le perdite idriche su reti di grandi dimensioni, con particolare riferimento agli impianti interrati di trasporto acqua sotto la gestione degli acquedotti”. Diretto da Francesco Soldovieri e con sede a Napoli, l’Irea-Cnr sviluppa strategie per acquisire ed elaborare immagini e dati ottenuti da sensori posizionati su satelliti, aerei, droni o in sito, a supporto della gestione e protezione delle infrastrutture e dei territori. Flyted (Gruppo United), raccoglie dati su strutture e territorio utilizzando droni per fare rilievi utili a progettazione, costruzione e manutenzione di infrastrutture.
Il commento
Grazie alle competenze dei due protagonisti dell’accordo, i dati sulle condutture saranno raccolti grazie all’impiego di droni sia multirotore che ad ala fissa, mentre il monitoraggio nelle aree cittadine avverrà attraverso strumenti di terra. “Il monitoraggio delle perdite sarà effettuato anche tramite il georadar, una strumentazione che sfrutta la capacità dei segnali a microonde di penetrare oggetti non metallici”, osserva Ilaria Catapano, referente scientifica del progetto per Irea-Cnr.