Donatella Trotta e “l’eredità” di Serao: “È morta al tavolo di lavoro, per lei giornalismo era ideale di verità da raggiungere”

Donatella Trotta è la storica curatrice delle pagine culturali del “Mattino” e autrice e curatrice di numerosi libri, come “Serao” (in Matilde Serao. Le opere e i giorni, 2006), alla quale ha anche dedicato l’Album Serao (Fausto Fiorentino, 1992). Trotta è stata tra le giornaliste che hanno ricevuto il “Premio Matilde Serao” e nel suo breve intervento all’evento ha ricordato alcuni fondamentali passaggi della carriera di Serao e l’importanza del suo lavoro sul mondo del giornalismo.

Trotta e gli studi su Serao

“Oggi per me è un’emozione tripla – ha detto Trotta, sul palco con la Presidente di Poste Maria Bianca Farina e il Condirettore Generale Giuseppe Lasco – Vorrei condividerla con voi perché torno nella mia città natale dove mi sono formata e cresciuta, perché sono in compagnia di colleghe autorevoli. Come diceva Heidegger pensare è ringraziare e parto quindi da un ringraziamento a Poste Italiane e alla comunità di Carinola che ha fortemente creduto nel coltivare la memoria di questa grande donna di primati. Album Serao iniziò una scia di studi e di rivalutazione della memoria storica di una donna ingiustamente relegata nella damnatio memoriae che ha afflitto una galassia sommersa di novellatrici, poetesse, giornaliste, scrittrici”.

“Spero che le ragazze la rileggano”

“È stata una donna di primati – prosegue la giornalista – perché è stata una donna di cuore e di intelletto, ha anticipato quello che Kapuscinski nel “Cinico non è adatto a questo mestiere” ha messo in pratica con la sua vita e con il suo cuore pensante, ovvero l’empatia con il suo pubblico. Ha amato i suoi lettori ed è stata riamata perché ha saputo dialogare raccontando la realtà con una passione bruciante che l’ha fatta morire al tavolo di lavoro ma per la quale il giornalismo ha un altissimo ideale di verità da raggiungere. Questo messaggio non retorico – e lei l’ha vissuto in prima persona con la sua militanza sociale, giornalistica e letteraria – è un esempio e un modello per le ragazze di oggi. Il mio ultimo lavoro, la curatela de “L’anima dei fiori”, è un’altra sorpresa di questa miniera d’oro inenarrabile di una donna che riusciva in modo trasversale a parlare esclusivamente a un pubblico di lettrici ma frequentando tutti i generi anticipando la contemporaneità: una modernità sorprendente. Spero che le ragazze la rileggano”.