Lettere nella storia: Sinodo tra babele e Pentecoste

Una Chiesa in stato di missione non convince tutti. La scossa data da Francesco per una Chiesa missionaria e meno clericale inquieta una parte dei fedeli e di clero anche importante. Il disagio si avverte in particolare per le temute innovazioni in materia di matrimonio con la comunione ai divorziati risposati e di omosessualità con la possibile benedizione alle coppie omosessuali. Disturba, inoltre, il modo di intendere la collegialità e il suo esercizio e, non ultimo un ruolo di maggiore responsabilità per le donne e la possibilità di preti sposati accanto a preti celibi. In merito a questi argomenti innovativi si registra un via vai di lettere scottanti sul sinodo in corso in Vaticano che raccoglie sia le speranze di rinnovamento sia i timori di quanti paventano le sue possibili aperture non più in linea con la tradizione. A sorpresa, in particolare, sono apparse le lettere di due eminenti cardinali nell’orbita dei “dubia” dei cinque porporati allarmati dal pericolo che – a loro parere – corre la Chiesa cattolica e per questo in forme più o meno esplicite sono in dissenso da Francesco. Le lettere dei due eminenti trattano contenuti diversi ma convergono, in definitiva, nel dare un “altolà” al papa.

Le parole di Zen-zeniuk e Muller

La prima porta la firma del cardinale Giuseppe Zen-zeniuk, 91 anni, emerito arcivescovo di Hong Kong, difensore della libertà della Chiesa in Cina e, la seconda, del cardinale Gerard Muller, prefetto emerito del Dicastero per la Dottrina della Fede. Una sorta di bandiere di punta della gerarchia scontenta. La lettera di Zen inviata a fine settembre ad alcuni vescovi e cardinali sulle questioni aperte dal sinodo in corso, doveva restare confidenziale, ma lo stesso autore sapeva bene che sarebbe divenuta di pubblico dominio, creando un certo disagio alla vigilia di un sinodo che ai tradizionalisti non piace proprio. La mia lettera scrive Zen “io la intendo come confidenziale, ma sarà difficile che non arrivi in mano ai mass media. Vecchio come sono, non ho niente da guadagnare, niente da perdere. Sarò contento di aver fatto quello che credo di essere in dovere di fare”. Anche la lettera di Muller al suo amico cardinale Dominik Duka, arcivescovo emerito di Praga, nella quale si critica duramente i cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede per l’incerta dottrina sulla comunione ai divorziati risposati, doveva restare riservata. Invece è finita in esclusiva su “Settimo cielo” un sito di autorevole informazione sul variegato dissenso tradizionalista. Zen si rivela quello che è sempre stato: un combattente intransigente, prima verso il governo e ora nel tentativo di preservare la Chiesa dal pericolo di una deriva, a suo parere disastrosa, del sinodo. “Mi confonde il fatto – afferma tra l’altro Zen – che, da una parte, mi dicono che la sinodalità è un elemento costitutivo della Chiesa, ma, dall’altra, mi dicono che è ciò che Dio aspetta da noi per questo secolo (come una novità?). Come può Dio aver dimenticato di far vivere questo elemento costitutivo della Chiesa per i venti secoli della sua storia? Non confessiamo che la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica, intendendo con ciò che è stata sempre anche sinodale? Ancora maggiore confusione e preoccupazione sento, quando vedo suggerito che finalmente è venuto il momento di rovesciare la piramide, cioè con la gerarchia sormontata dal popolo laico”.

L’andamento del sinodo

Timore speciale di Zen che il sinodo di Roma possa muoversi sulle orme del sinodo della Chiesa tedesca specialmente in materia di sessualità, matrimonio e omosessualità. “Più di un centinaio tra Cardinali e Vescovi da diverse parti del mondo – riferisce Zen – hanno scritto una lettera di ammonizione all’episcopato in Germania, ma essi non riconoscono di essere in errore”. Il papa tuttavia – lamenta Zen- non ha mai ordinato di fermare questo processo della Chiesa in Germania. “Penso che non ho bisogno di dilungarmi sui motivi per cui dovete affrontare il Sinodo con grande preoccupazione… La Segreteria del Sinodo è molto agguerrita nell’arte della manipolazione. Per ciò che sto per dire sarò facilmente accusato di “conspiracy theory”, ma vedo chiaramente che c’è tutto un piano di manipolazione”. Muller si concentra invece sulla poca chiarezza che ci sarebbe da parte del nuovo cardinale prefetto dell’ex sant’Ufficio a proposito della comunione ai divorziati risposati. Secondo Muller, Fernandez in risposta al cardinale Dominik Duka, aprendo alla possibilità della comunione ai divorziati risposati farebbe un cattivo servizio al papa che, in alcun modo, può avallare una pratica in contrasto con la Sacra Scrittura. Una lettera molto tecnica – di scuola casistica – che ricollegandosi ai “dubia” espressi da quattro cardinali dopo il sinodo sulla famiglia del 2016, in qualche modo riapre il precedente e clamoroso scontro di pochi cardinali con Francesco, ritenuto il vero e ultimo responsabile di un’apertura pastorale inaccettabile contenuta nell’esortazione postsinodale “Amoris laetitia”. Forse saranno proprio lettere del genere a giustificare la domanda di un giornalista francese di Le Figaro che offre ai lettori un resoconto periodico in forma di lettera sull’andamento del sinodo e pone una domanda: il sinodo sull’avvenire della Chiesa sarà manipolato? Il cronista, infatti, dovrà discernere cosa sta accadendo nella Chiesa: una nuova Babele o una nuova Pentecoste?