Lettere nella storia: Pascal e Voltaire, confronto tra giganti

Il ritratto più ampio e convincente di Blaise Pascal – autore dei celebri Pensieri – è contenuto in una Lettera apostolica di papa Francesco pubblicata lo scorso anno nel quarto centenario della nascita. “Grandezza e miseria dell’uomo” è il titolo di questa lettera che nessuno si attendeva. L’incredibile sta nel fatto che la critica più aspra a Pascal si trovi nelle lettere di Voltaire, filosofo e scrittore del secolo dei Lumi (1694-1778). Un grande anche lui, cristiano sebbene meno legato alla pratica di quanto non lo fosse Pascal. Affini e diversi. La critica di Voltaire si concentra in un testo molto rinomato pubblicato nel 1733 come Lettere inglesi o Lettere filosofiche. Sono 24 testi polemici su figure o tematiche allora attualissime. Nella seconda edizione l’autore aggiunge di proposito una lettera, la numero 25, di critica serrata a Pascal, unica del volume non scritta durante l’esilio di tre anni a Londra.

Confronto tra giganti

L’implacabile polemica filosofica è stata definita da esperti studiosi come “confronto tra giganti” . Blaise Pascal – avverte la Lettera di Francesco – si è mostrato “un infaticabile ricercatore del vero, che come tale rimane sempre “inquieto”, attratto da nuovi e ulteriori orizzonti”. Impegnato a dare risposta a un interrogativo umano condiviso: “Che cos’è un uomo nella natura? Un nulla rispetto all’infinito, un tutto rispetto al nulla”.  Stupita apertura alla realtà in Pascal che “ha parlato mirabilmente della condizione umana”. Diverso il parere di Voltaire che, pur nella grande stima per Pascal, non risparmia un raffinato contraddittorio. Voltaire non è mai riuscito a cancellare il suo influsso. Erano passati circa centoventi anni dalla morte di Pascal, ma il “gigante” era sempre presente, e presente lo è pure ai nostri giorni. La critica di Voltaire a Pascal – osserva un autorevole studioso – ha dato vita a un conflitto secolare: il rappresentante del Settecento combatteva contro una significativa parte del Seicento”. Nelle Lettere filosofiche Voltaire traccia un quadro della società, della scienza, delle istituzioni politiche e della cultura inglese, conosciuta durante gli anni del suo esilio (1726-29), che promuoverà in Europa il modello politico della monarchia parlamentare, della tolleranza religiosa, della dinamicità di una società in cui scienziati e uomini di cultura ricoprono un ruolo attivo. Immagini talvolta fulminanti per efficacia. Si pensi all’espressione “Io sono corpo e penso” nella lettera 13 dedicata alla scienza. Dunque impegnativa visione, disseminata di saggezza. “Dividete il genere umano in venti parti: ve ne sono diciannove – si legge nella lettera che illustra meriti e valori di John Locke – composte da coloro che lavorano con le proprie mani e che non sapranno mai che vi sia al mondo un Locke. Nella rimanente ventesima parte, quanto sono pochi coloro che leggono! E tra quelli che leggono, almeno venti leggono romanzi, contro uno che studia la filosofia. Il numero di coloro che pensano è straordinariamente esiguo ed essi non intendono turbare il mondo”. Voltaire è un ammiratore dell’opera scientifica di Pascal, ma scettico sui suoi “Pensieri”. Riteneva che Pascal rappresentasse tutte le cose da lui, Voltaire, rifiutate: lo spirito di parte, il dogmatismo, l’intolleranza, il pessimismo viscerale, l’oscurantismo.

I punti di contrasto tra Pascal e Voltaire

Sono ben 57 i punti di contrasti con Pascal che Voltaire illustra nella sua lettera 25. “Rispetto il genio e l’eloquenza di Pascal; ma più lo rispetto, più son persuaso ch’egli stesso avrebbe corretto parecchi dei suoi Pensieri; ed è ammirando il suo genio che io combatto alcune delle sue idee”. A me sembra che, in generale, lo spirito con cui Pascal ha scritto questi Pensieri fosse di descrivere l’uomo sotto una luce odiosa. Egli si accanisce a dipingerci tutti bricconi e infelici. Scrive contro la natura umana pressappoco come scriveva contro i gesuiti. Imputa all’essenza della nostra natura ciò ch’è proprio soltanto di alcuni uomini. Pronuncia ingiurie eloquenti contro il genere umano. Io ardisco prendere le parti dell’umanità contro questo sublime misantropo; oso assicurare che noi non siamo né tanto bricconi né tanto infelici com’egli asserisce”. Ecco due esempi tra i 57 punti. “Se vi è un Dio, – scrive Pascal – non bisogna amare che lui, e non le creature”. Risponde Voltaire: “Bisogna amare, e assai teneramente, le creature; bisogna amare la propria patria, la propria donna, il padre, i figli; e bisogna amarli al punto che Dio ce li fa amare nostro malgrado. I princìpi contrari servono solo a creare dei barbari ragionatori”. Pascal: “L’uomo non è né angelo né bestia, e disgrazia vuole che chi cerca di far l’angelo, fa la bestia”. “Vuol far l’angelo – risponde Voltaire – chi cerca di distruggere le passioni invece di regolarle”.