Ricordi di Poste: così sono state informatizzate le Poste tra gli anni ’80 e ’90

Assunto come consigliere tecnico di automazione, Salvatore Luongo si trovò a rimettere in funzione dei modem e a collegare tra loro diversi uffici postali. Furono i primi passi per l’automazione degli uffici postali e per il loro collegamento con il Ministero del Tesoro e l’Inps, fino al successivo sviluppo dell’infrastruttura che ancora oggi consente a Poste Italiane di lavorare. Di seguito, i suoi ricordi dell’epoca raccolti in collaborazione con la Fondazione ProPosta, che custodisce e tramanda la storia della posta attraverso l’attività di ricerca e incontri periodici con chi di quella grande storia è stato protagonista.

L’Amministrazione delle Poste e Telecomunicazioni aveva avviato l’informatizzazione negli anni ’70, posizionandosi all’avanguardia nell’area dell’innovazione e dell’automazione dei servizi. In particolare, il settore dei conti correnti (versamenti, assegni, postagiro) era stato gradualmente automatizzato a partire dalla seconda metà del decennio e negli anni ’80 erano in esercizio 16 Centri compartimentali che effettuavano essenzialmente l’acquisizione dei dati, ed un Centro Nazionale Elaborazione Dati (CNED) che deteneva gli archivi a livello centrale. Gli elaboratori installati erano mainframe IBM, leader del settore con circa il 70% del mercato, con sistemi operativi MVS o VSE e utilizzavano il CICS/VS come monitor TP. Presso i Centri Compartimentali, che erano strutture complesse dove operavano centinaia di risorse specializzate, avveniva il marcaggio dei bollettini di versamento accettati negli uffici privi di apparecchiature di sportello e la lettura ottica e microfilmatura di tutti i bollettini. I dati acquisiti venivano poi trasmessi al Centro Nazionale per l’aggiornamento dei saldi dei correntisti.

Per quanto riguarda la rete degli sportelli, l’automazione era partita con l’installazione di apparecchiature elettromeccaniche per la timbratura/marcatura dei bollettini e, a partire dalla metà degli anni ’80, i principali 2.000 uffici postali erano stati informatizzati utilizzando mini elaboratori Olivetti Linea1 (M30/M40/M44/M54) collegati in rete con i CED regionali e nazionali. Gli UPE (uffici postali elettronici) che trattavano oltre la metà del traffico complessivo, effettuavano in modo automatizzato quasi tutte le operazioni di Bancoposta e tenevano la contabilità dei singoli sportelli e dell’intero ufficio. Per questo passaggio, da lavorazioni di sportello essenzialmente manuali ad attività che richiedevano l’utilizzo di un video e una tastiera, fu necessario inizialmente superare molte diffidenze negli uffici e fu attivato un importante piano di formazione che interessò tutto il personale.

In circa 3.500 uffici della fascia di traffico inferiore erano state installate apparecchiature specializzate denominate Mael 505 che potevano effettuare solo l’accettazione dei versamenti su conto corrente o in alternativa Mael 502 che effettuavano le più utilizzate transazioni dei servizi finanziari producendo anche una contabilità di sportello. Nei restanti 9.000 uffici erano presenti solo macchine elettromeccaniche per il taglio e la timbratura dei bollettini oppure l’accettazione era effettuata ancora manualmente.

La gestione dei libretti di risparmio era stata automatizzata limitatamente alle contabilità e gestite da un Centro elaborazioni dati a Roma mentre le operazioni di sportello erano state automatizzate in circa 3.000 uffici con UPE o Mael 502 (45% del totale), le altre erano lavorate manualmente presso i centri di acquisizione dati. Presso gli UPE il pagamento delle pensioni di Stato era stato automatizzato trasformandole in assegni di serie speciale stampati direttamente dal Tesoro o in accrediti diretti sui conti correnti postali mentre le pensioni INPS erano state completamente automatizzate. Prima che fosse ultimata la connessione in rete dei 2.000 UPE, l’invio degli archivi delle pensioni pagabili avveniva attraverso la spedizione periodica di floppy disk da 8 o 5 pollici che venivano caricati sul server dell’ufficio e resi disponibili ai singoli sportelli.

Negli uffici direzionali a metà degli anni ’80 furono effettuate le prime forniture di personal computer IBM XT o Olivetti M24 su cui vennero installati programmi di office automation o applicazioni sviluppate per specifiche esigenze. Questa novità rappresentò un cambio di paradigma, considerato che fino ad allora l’informatizzazione di una attività significava essenzialmente l’utilizzo di un terminale collegato ad un elaboratore centrale. Nel settore Personale ed Organizzazione, a livello di Direzione Provinciale venivano rilevate tutte le informazioni economiche e matricolari relative al personale e trasmesse al CNED per le elaborazioni successive. Tutte le informazioni relative al calcolo delle competenze accessorie (straordinario, premio industriale, etc.) venivano gestite manualmente ed inviate al Centro Compartimentale per le elaborazioni. Il Centro Compartimentale di Elaborazione Dati effettuava le elaborazioni della parte accessoria della retribuzione mentre a livello Centrale il CNED gestiva le procedure relative alla parte fissa sulla base dei dati aggiornati dal territorio.

Nel settore dei Servizi Postali e telecomunicazioni erano state messe in esercizio procedure per l’automazione di alcune attività come la gestione del Codice di Avviamento Postale e il Viario Nazionale che conteneva gli indirizzi dei punti di recapito dei portalettere del territorio nazionale. Erano in esercizio procedure per la tenuta degli abbonamenti al servizio filatelico presso l’Ufficio Filatelico Principale di Roma e la Fatturazione utenti del servizio telex. Erano state sviluppate le prime applicazioni su personal computer per la contabilità dei materiali postali e di telecomunicazione, l’inventario dei beni mobili, la gestione magazzino stampati e l’acquisizione dei dati sull’attività ispettiva sul territorio.

Per consentire lo svolgimento delle varie attività tra Uffici postali e i Centri Servizi (Centri di Elaborazione Dati, Centri di Meccanizzazione Postale, Centri Telegrafici di Raccolta, ecc.) erano state realizzate reti di telecomunicazione, operanti su infrastrutture trasmissive separate. La rete per i servizi di Bancoposta, che era in architettura IBM/SNA, collegava il Centro Nazionale di Elaborazione Dati (CNED) ai 16 Centri Compartimentali (CCED) e agli UPE.

Era in esercizio anche una rete per i servizi postali avanzati che collegava i sistemi di Posta Elettronica e di “Tracking e Tracing”, una rete per i servizi telex e telegrafico (basata su Centrali EDS a commutazione di circuito) e poi collegamenti dedicati verso le Forze dell’Ordine per i teleallarmi degli Uffici Postali. La rete telefonica aziendale era basata su comuni apparecchi telefonici connessi alla rete pubblica e su un limitato numero di PABX con limitate funzionalità.

L’estensione delle reti era stata sollecitata dallo sviluppo dei servizi ma aveva avuto come conseguenza che presso le varie strutture erano presenti tante linee specializzate costose e poco affidabili. Con il D.L. n. 487 del 1° dicembre 1993, convertito dalla legge n. 71 del 29 gennaio 1994, Poste fu trasformata da azienda autonoma dello Stato ad ente pubblico economico. La transizione obbligò l’azienda a porsi l’obbiettivo del recupero di quote di mercato e dell’equilibrio reddituale avviando un cambiamento nella direzione del miglioramento della qualità dei servizi offerti alla clientela e dell’incremento della produttività interna. L’articolo 3 del contratto di Programma aveva impegnato l’Ente alla realizzazione di un programma di investimenti per 1.725 miliardi di Lire e circa 800 miliardi furono destinati a il rilancio dell’informatizzazione che aveva subito un forte rallentamento negli ultimi anni creando un evidente gap soprattutto con gli operatori del sistema bancario. Era necessario riprogettare i servizi offerti al pubblico secondo logiche più moderne e rafforzare la rete trasmissiva procedendo alla connessione di tutti gli uffici dell’Ente.

Il Piano strategico di sviluppo del S.I. fu presentato a giugno 1994 in occasione della Convention Aziendale di Venezia e il 31 luglio 1995 il C.d.A. approvò il “Piano generale operativo per lo sviluppo delle infrastrutture informatiche e di telecomunicazione e informatizzazione dei servizi finanziari”. Sotto la guida del consigliere delegato Augusto Leggio e del direttore dell’Area Sistema Informativo e Rete TLC Francesco Lanza furono individuati gli interventi per realizzare una nuova architettura del Sistema Informativo sotto l’aspetto tecnologico, applicativo ed organizzativo. Il Piano che aveva una durata di tre anni definì una serie di progetti a breve ed a medio periodo che avevano l’obbiettivo di fornire apparecchiature informatiche presso tutte le strutture sia direzionali che aperte al pubblico, l’intercomunicazione integrale tra le risorse informatiche, sistemi di controllo e di coordinamento di tutto il sistema informatico realizzato.

Il nuovo Sistema informativo fu basato sull’architettura client-server sfruttando al meglio tutte le innovazioni tecnologiche che offriva il mercato dell’epoca, ma anche integrando e razionalizzando sistemi e impianti esistenti per valorizzare gli investimenti già effettuati. I progetti strategici di medio periodo ricostruirono l’intera architettura tecnologica e comunicativa dell’Ente, dalla informatizzazione di tutti gli Uffici Postali alla ricostituzione dei Sistemi elaborativi centrali, alla realizzazione della rete di telecomunicazioni estesa a tutti le strutture aziendali. Per quanto riguardava la rete degli sportelli, circa 4.000 uffici postali ad alto traffico per i servizi finanziari furono informatizzati con reti locali dotate di apposito server mentre i restanti 10.500 uffici furono dotati di personal computer per gestire le transazioni di sportello e le contabilità.

Sulla rete di telecomunicazione, il piano intervenne profondamente collegando tutti i 14.500 uffici postali, gli uffici interni e i sistemi centrali di Bancoposta, di posta e dei servizi telematici. Fu realizzata l’informatizzazione di tutti gli uffici direzionali con reti locali di personal computer e sviluppato un sistema di coordinamento e gestione dell’intero sistema informatico dell’Ente. Altri importanti progetti consentirono di realizzare un completo software applicativo Bancoposta, lo sviluppo degli applicativi per gli uffici postali, il potenziamento del CNED e la riduzione del numero dei CCED che però furono ammodernati con nuove apparecchiature. La realizzazione del Piano, che in parte fu completato dopo la trasformazione in Posteitaliane spa (febbraio 1998), impegnò tutte le risorse aziendali ad ogni livello e rappresenta uno snodo fondamentale per la storia delle Poste perché consentì di mettere a punto una infrastruttura, potenziata e ottimizzata negli anni successivi, in grado di supportare il lancio di quei nuovi servizi che hanno permesso il risanamento, la diversificazione del business e lo sviluppo dell’azienda.