Roma, 24 mag – Nel primi tre mesi dell’anno i prezzi delle abitazioni non fanno segnare rialzi e la domanda resta moderata. Sono i risultati dell’indagine sul mercato delle abitazioni condotta dal 1° aprile all’8 maggio 2019 presso 1.476 agenzie dalla Banca d’Italia.

Nel primo trimestre del 2019 non sono emerse pressioni al rialzo delle quotazioni degli immobili: il saldo fra la quota di operatori che segnalano un aumento dei prezzi di vendita e quella di coloro che ne indicano una diminuzione è rimasto negativo, pur in lieve riduzione rispetto ai tre mesi precedenti. Il margine di sconto rispetto alle richieste iniziali del venditore si è ulteriormente ridotto; rimane ampio il divario fra prezzi offerti e domandati, che resta la principale causa di cessazione dell’incarico a vendere.

Nel complesso la domanda continua a essere moderata; la quota di agenzie che segnala di aver venduto almeno un’abitazione nel trimestre gennaio-marzo è scesa per il secondo trimestre consecutivo e si è ampliato il saldo negativo fra giudizi di aumento e diminuzione dei potenziali acquirenti.

Le prospettive del mercato degli immobili per il trimestre in corso sono migliorate e si confermano ampiamente positive le attese nel medio termine. Nel primo trimestre la quota di operatori che segnalano pressioni al ribasso è scesa dal 17,5 al 16% ma resta largamente superiore a quella di coloro che indicano un aumento delle quotazioni (stabile al 3%).

La quota di agenzie che hanno venduto almeno un immobile nel trimestre gennaio-marzo è diminuita per la seconda volta consecutiva (al 74,8% dal 77,9), riflettendo l’andamento registrato in tutte le ripartizioni geografiche. Quasi il 90% degli agenti ha venduto solo abitazioni preesistenti, mentre è scesa a meno dell’1% la quota di operatori che ha intermediato esclusivamente immobili nuovi.

Il saldo fra giudizi di aumento e diminuzione di abitazioni invendute alla fine del primo trimestre di quest’anno si è mantenuto negativo, sui livelli prossimi a quelli di un anno prima. Tale andamento riflette la riduzione delle giacenze di abitazioni invendute nelle aree più popolose a fronte di un aumento degli incarichi da evadere nelle aree non urbane. In queste ultime è salita al 22,2% (dal 18,3%) anche la quota di agenti che registrano un numero inferiore di potenziali acquirenti nel primo trimestre di quest’anno rispetto al periodo precedente (sul totale nazionale, tale quota è aumentata al 20,4% dal 17,2).

Per lo stesso periodo, il 9,7% delle agenzie indica un aumento degli incarichi a vendere, dal 9,0% della scorsa rilevazione. La mancanza di proposte di acquisto a causa di prezzi ritenuti troppo elevati dai potenziali compratori si conferma il principale motivo di cessazione dell’incarico a vendere (la percentuale è salita al 64,3% dal 60,7 della precedente rilevazione). Di contro, secondo il 44,2% delle agenzie la decadenza del mandato è attribuibile prevalentemente a proposte di acquisto a prezzi giudicati troppo bassi dal venditore e il 27% (in aumento di quasi 5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione) all’attesa di prezzi più favorevoli.

Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è ancora diminuito (dal 10,5 al 9,8%), riflettendo l’ulteriore aumento della quota di agenzie che riportano uno sconto medio inferiore al 5%, soprattutto nelle aree non urbane di tutte le ripartizioni geografiche. I tempi di vendita sono scesi lievemente al di sotto dei 7 mesi.