Milano, 29 ago – Ogni bambino ha diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Eppure, ogni giorno, centinaia di milioni di bambini ne fanno a meno. A livello globale, in aree instabilii e colpiti da conflitti, 420 milioni di bambini non dispongono di servizi igienici di base e 210 milioni di bambini non hanno accesso ad acqua potabile sicura. Nell’ambito della Settimana mondiale dell’acqua, l’Unicef lancia il Rapporto “Acqua sotto il fuoco” (Water Under Fire – il primo volume di una serie), dedicato al legame tra emergenze, sviluppo e pace nelle aree instabili e colpite da conflitti.

A livello globale, oltre 800 milioni di bambini vivono in 58 aree instabili e colpite da conflitti, compresi 220 milioni di bambini che vivono in 15 contesti estremamente instabili. Coloro che vivono in contesti estremamente instabili hanno tre volte maggiori probabilità di praticare la defecazione all’aperto; quattro volte maggiori probabilità di non avere servizi igienico-sanitari di base e otto volte più probabilità di non avere servizi di acqua potabile di base.

Nei conflitti, l’acqua non sicura può essere mortale quanto i proiettili. In media, i bambini al di sotto dei 15 anni in conflitto hanno quasi il triplo delle probabilità di morire per malattie legate all’acqua non sicura e ai servizi igienico-sanitari rispetto alla violenza diretta. Per i bambini più piccoli, la situazione è peggiore: i bambini al di sotto dei cinque anni hanno più di 20 volte più probabilità di morire per malattie legate all’acqua e ai servizi igienico-sanitari che per violenza diretta.

Entro il 2030, l’80% tra i più poveri del mondo vivrà in Stati instabili e colpiti da conflitti. Negli ultimi anni, più di 120 milioni di persone ogni anno hanno avuto bisogno di assistenza e protezione umanitaria urgente. Le crisi sono più numerose, colpiscono più persone e durano più a lungo di dieci anni fa.

Nel 2018, 70,8 milioni di persone sono state costrette a sfollare con la forza, per lo più a causa dei conflitti, metà erano bambini. I conflitti si protraggono sempre più a lungo, la durata media dei piani di risposta umanitaria (Hrp) è aumentata da 5,2 anni nel 2014 a 9,3 anni nel 2018.

Gli attacchi ai sistemi idrici colpiscono direttamente i bambini. Quando il flusso di acqua pulita si arresta, i bambini sono costretti a fare affidamento su acqua non sicura, mettendosi a rischio di malattie, e nei conflitti, attacchi deliberati e indiscriminati distruggono le infrastrutture idriche, feriscono il personale e tagliano l’energia che mantiene in funzione i sistemi idrici.