Roma, 4 set – Secondo un nuovo sondaggio lanciato dall’Unicef e dal Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla violenza contro i bambini, un giovane su tre in 30 Paesi ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo online, mentre uno su cinque ha riportato di aver saltato la scuola a causa del cyberbullismo e della violenza.

Oltre 170 mila U-Reporters fra i 13 e i 24 anni hanno partecipato al sondaggio, fra cui giovani da Albania, Bangladesh, Belize, Bolivia, Brasile, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ecuador, Francia, Gambia, Ghana, Giamaica, India, Indonesia, Iraq, Kosovo, Liberia, Malawi, Malesia, Mali, Moldavia, Montenegro, Myanmar, Nigeria, Romania, Sierra Leone, Trinidad e Tobago, Ucraina, Vietnam e Zimbabwe.

I risultati del sondaggio contrastano con l’idea che il cyberbullismo tra i compagni di classe sia unicamente una problematica dei paesi ad alto reddito. Per esempio, il 34% dei rispondenti in Africa sub-sahariana ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo online. Circa il 39% ha dichiarato di sapere che esistono gruppi privati online all’interno della comunità scolastica in cui i bambini condividono informazioni sui loro coetanei a scopo di bullismo.

Parlando apertamente e in anonimato attraverso la piattaforma per il coinvolgimento dei giovani U-Report, circa tre quarti degli adolescenti hanno inoltre dichiarato che i social network, fra cui Facebook, Instagram, Snapchat e Twitter, sono i luoghi in cui si verifica più comunemente il bullismo online.

Ai giovani sono state inviate, via sms o messaggistica istantanea, domande sulle loro esperienze di bullismo e violenza online, su dove avvengono più di frequente e su chi ritengono debba risolvere il problema. Circa il 32% dei partecipanti al sondaggio crede debba spettare ai governi porre fine al cyberbullismo, il 31% ritiene che debbano farlo i giovani e il 29% indica le società di internet.

“Avere classi connesse significa che la scuola non finisce più quando l’alunno esce dall’aula e, sfortunatamente, non finisce nemmeno il bullismo scolastico”, ha dichiarato il Direttore Generale dell’Unicef, Henrietta Fore, “migliorare l’esperienza formativa dei giovani significa dar conto dell’ambiente che incontrano, sia online sia offline”.