Roma, 4 ott – Nel suo percorso verso i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia migliora in alcuni campi (salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale), peggiora in altri (povertà, alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) ed è stabile per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico. È quanto emerge dal Rapporto ASviS 2019, che fotografa e analizza l’andamento del Paese rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) dell’Agenda 2030.

Evidenti sono i ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e fortissime restano le disuguaglianze, comprese quelle territoriali. L’Italia resta quindi lontana dal sentiero scelto nel 2015, quando si è impegnata ad attuare Agenda 2030 e l’Accordo di Parigi per la lotta al cambiamento climatico.

L’Italia non è sola in questo difficile percorso, come documentato durante la recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite. A quattro anni dall’adozione dell’Agenda 2030, nonostante i progressi compiuti, le misure adottate dai singoli governi, dal settore privato e dalle organizzazioni internazionali non appaiono essere all’altezza della sfida. Serve perciò un urgente e deciso cambio di passo per rispettare il piano d’azione disegnato per dare un futuro al pianeta e a chi lo abita.

“La buona notizia – commenta il presidente dell’ASviS, Pierluigi Stefanini – è che il nuovo governo ha introdotto la sostenibilità nell’agenda politica e le linee programmatiche includono alcune proposte avanzate proprio dall’ASviS: dall’inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile all’avvio di un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, dall’uso dell’Agenda 2030 per ridisegnare il funzionamento del sistema socio-economico, alla valutazione dell’impatto economico-sociale-ambientale dei provvedimenti legislativi, dal taglio dei sussidi dannosi all’ambiente alla legge per annullare i differenziali retributivi tra uomini e donne, a parità di mansioni svolte. A questi annunci devono seguire azioni concrete per mettere l’Italia su un sentiero di sviluppo sostenibile. Peraltro, per 21 dei 169 Target previsti dall’Agenda 2030 il cui raggiungimento è fissato entro il 2020, il Rapporto ASviS 2019 rivela un Paese in evidente ritardo”.