Roma, 7 ott – Più della metà degli albergatori italiani prevede investimenti per ammodernare il proprio hotel “ma molti stanno alla finestra a causa delle incertezze”. Lo sostiene la Federalberghi sulla base di un’indagine realizzata nell’estate 2019 sui programmi di investimento degli albergatori per i prossimi 12 mesi. “Gli albergatori italiani – afferma il presidente Bernabò Bocca – sono tenaci e continuano ad aver voglia di investire”.

“Lo fanno – sottolinea Bocca – nonostante uno scenario ingarbugliato a causa della riapertura di alcuni mercati della sponda sud del Mediterraneo, del calo della domanda tedesca e dell’imperversare delle strutture ricettive illegali che si nascondono dietro l’etichetta delle locazioni brevi, ai quali si sono recentemente aggiunti i guasti causati dai fallimenti del gruppo Thomas Cook e di Amoma”.

Più della metà degli intervistati (53,4%), spiega il centro studi della Federalberghi, “intende svolgere interventi di ristrutturazione o di ammodernamento delle proprie strutture ricettive, per migliorare l’offerta e renderla più competitiva”. I principali interventi programmati riguardano l’ammodernamento degli arredi delle camere (70,4%), degli arredi delle zone comuni (63,8%) e dell’immobile (47,86%).

Il 38,3% invece non intende fare investimenti nel corso del prossimo anno. Il motivo principale “è costituito dalla situazione economica contingente che alimenta incertezze per il futuro”. Il 59,9% di quelli che “staranno alla finestra, infatti, dichiara di voler investire ma ritiene che questo non sia il momento ideale”.

Il centro studi della Federalberghi ha esaminato anche le 14.687 richieste presentate nei cinque anni di vita del credito d’imposta per gli investimenti di riqualificazione delle strutture ricettive e termali. Gli investimenti fatti dalle imprese che hanno fatto richiesta ammontano a circa 564 milioni di euro.

Ma le risorse disponibili, pari a 356,7 milioni, hanno consentito di finanziarne solamente 8.386. Di conseguenza, “ben 6.301 interventi di riqualificazione effettuati (il 42,9% di quelli presentati), per un totale di circa 208 milioni di euro, non hanno ricevuto alcun sostegno a causa dell’insufficiente dotazione finanziaria dell’istituto”.