Roma, 22 ott – Il 27 ottobre 33,8 milioni di elettori argentini si recheranno alle urne per scegliere il nuovo presidente, il vicepresidente, e un terzo dei senatori e la metà deputati che vengono rinnovati ogni due anni. A fare da sfondo a una tornata elettorale complessa la povertà dilagante, la crisi economica, lo spread in salita e l’aumento della criminalità. Sul banco degli imputati il presidente uscente Mauricio Macri che nelle primarie dell’11 agosto è arrivato soltanto secondo dopo il rivale del Frente de todos, Alberto Fernandez. Posizioni che vengono rispecchiate dagli ultimi sondaggi che danno in vantaggio Fernandez.

Secondo il sistema elettorale argentino per essere eletto, il candidato presidente deve ottenere il 45% delle preferenze o il 40% con almeno 10 punti di vantaggio sul secondo. Altrimenti si va al ballottaggio previsto per il 24 novembre.

Nel clima di totale incertezza economica, con il Pil previsto in caduta del 3,1% e l’inflazione al 57,3% secondo le ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) i sondaggi danno in vantaggio ancora Fernandez su Macri, che guida la coalizione Juntos por el cambio.

E il divario per la Casa Rosada sembra essere ancora aumentato nelle ultime settimane, ben oltre il 16% di distacco già registrato nelle primarie. In Argentina in base alla Costituzione il voto è obbligatorio dai 16 anni e chi non esprime la sua preferenza è sanzionato.

Alle primarie di agosto Frente de todos, con Fernandez presidente e Cristina Fernández de Kirchner per il posto di vice ha raccolto il 49,49% dei voti. Il programma di Fernandez è improntato sul sociale, con un piano ad hoc contro la povertà, una rinegoziazione del debito a partire dal maxi prestito di oltre 56 miliardi di dollari ottenuto dal Fmi.

Macri, che cerca la rielezione, ha ottenuto soltanto il 32,93% alle primarie. A lui viene addebitata la nuova crisi economica del Paese. Nonostante il motto di “riportare l’Argentina nel mondo”, il mandato di Macri si sta chiudendo con un netto peggioramento delle condizioni economiche del paese, la fuga di capitali e imprenditori, e una marcata povertà e disoccupazione a causa delle mancate riforme che erano state promesse.

Terzo in corsa per Consenso federal, è Roberto Lavagna, il più anziano dei concorrenti alla Casa Rosada con i suoi 77 anni. Si pone come alternativa del dualismo tra macrismo e peronismo.

Segue per il Frente de izquierda Nicolas del Cano che è il più giovane aspirante alla Casa Rosada nonché il più a sinistra tra i candidati alla presidenza argentina. Poi in corsa per Frent Nos, Jose Gomez, ex militare, esponente conservatore noto per le sue posizioni intransigenti come patria, famiglia e no all’aborto. Infine Jose Luis Espert di Unite Frente Despertar che alla sua prima esperienza politica attiva.