Milano, 24 ott – La Borsa Italiana nel decennio post crisi recupera, con il segmento Star a fare da traino, ma a livello mondiale Piazza Affari scende al 20esimo posto per valore. E’ quanto emerge da un rapporto dell’Area Studi Mediobanca. Da fine 2008 a settembre 2019 l’investimento in Borsa più redditizio è quello relativo alle società Star, il cui rendimento complessivo (dividendi inclusi) è stato pari al +15,6% medio annuo: 100 euro investiti a inizio periodo sono così diventati 476 euro. Un risultato ben superiore alla performance registrata dalla Borsa italiana, con un rendimento del +5% medio annuo e 169 euro finali. Quanto ai settori, il più redditizio è l’investimento in titoli industriali (+9,1% medio annuo per 255 euro finali), che ha ottenuto un risultato migliore rispetto alle società assicurative (+3,6% e 146 euro) e soprattutto alle bancarie (-4,5%, e 61 euro), con una riduzione vicina al 40% dell’importo di un decennio prima. Quanto al rendimento da dividendi il 4,3% segnato nel 2019 supera di mezzo punto i valori medi dell’ultimo decennio.

A settembre 2019 le Borse mondiali hanno registrato una capitalizzazione di 72.415 miliardi di euro, valore triplicato rispetto al 2008 (+210%). Ai primi tre posti troviamo due piazze americane, Nyse (20.816 mld), Nasdaq (10.763 mld), e Tokyo (5.270 mld), mentre l’Italia scivola in 20esima posizione (517 miliardi, che salgono a 618 includendo le società attive in Italia ma con sede all’estero: Exor con Fca, Cnh Industrial e Ferrari, oltre a Stm e Tenaris). A fine 2008 la Borsa italiana era 16esima al mondo, con 375 miliardi di capitalizzazione, circa il 24% del Pil di allora. Tra il 1998 e il 2001 occupava una posizione tra l’ottava e la nona.

Considerando le principali 25 borse mondiali, la Borsa italiana è stata da fine 2008 quella a recuperare meno valore (+40%), subito dopo la Spagna, con la Thailandia (+592%) e il Nasdaq (+566%) al vertice per tasso di crescita. Rispetto alla media mondiale (+208%), le borse dei mercati maturi (+200%) crescono meno delle piazze emergenti (+235%), e il peso di queste ultime sul totale mondiale sale così, dopo l’ultimo decennio, dal 23% al 25% (con i mercati maturi che arretrano dal 77% al 75%). In questo trend l’incidenza della Borsa italiana, già marginale a fine 2008 (1,5%), ha accusato una sensibile flessione che ha condotto allo 0,7% del settembre 2019. Rispetto al Pil, al settembre scorso la Borsa italiana (30%) rimane la meno rappresentativa tra i principali 25 mercati internazionali.