Roma, 14 nov – “Mentre sembra rientrata la preoccupazione iniziale degli effetti ambientali e sanitari del 5G, tecnologia che tra l’altro espone a un ‘inquinamento’ elettromagnetico molto inferiore rispetto ai 2G/3G/4G. Ora che gli operatori stanno costruendo le reti 5G si cerca di valutare come i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici vigenti in Italia possano incidere sullo sviluppo della nuova rete”. Lo ha sottolineato in audizione alla Commissione Trasporti della Camera il presidente dell’Agcom Marcello Cardani, nell’ambito dell’indagine conoscitiva “sulle nuove tecnologie nelle telecomunicazioni con particolare riguardo alla transizione verso il 5G e alla gestione dei big data”.

“Questi limiti, infatti, risultano essere significativamente più bassi di quelli della maggior parte degli altri paesi, senza una fondata giustificazione scientifica”, ha evidenziato il presidente che si è soffermato sul tema della sicurezza delle reti. “Le comunicazioni elettroniche costituiscono un asset su cui poggiano trasversalmente le infrastrutture (critiche e non) del Paese. Ne consegue che il corretto funzionamento di una rete di telecomunicazioni, ovvero di più reti interconnesse, sia nelle condizioni normali sia in quelle di emergenza, risulta vitale per il conseguimento degli interessi pubblici definiti su tali reti. Questo aspetto riveste oggi maggiore rilevanza a causa delle accresciute minacce terroristiche anche tramite attacco informatico, a fronte dell’integrazione e dello sviluppo del protocollo Internet”.

Per Cardani “l’unitarietà dei requisiti che sono alla base della sicurezza della rete riguarda le diverse componenti di accesso, aggregazione e trasporto. Ne consegue che, ove venga dimostrato che scelte organizzative o di governance dell’impresa di comunicazioni possano compromettere l’unitarietà e il necessario coordinamento delle prestazioni di rete e dei sistemi di protezione, nonché la garanzia di un flusso di investimenti dedicati al mantenimento dei requisiti minimi di qualità della rete a tal fine, ciò potrebbe generare un serio pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza e integrità delle reti e dei servizi su tali reti”.