Trieste è tradizionalmente una città multiculturale e multilingue e questo ‘palmares’ si arricchirà nel 2020 quando il capoluogo giuliano sarà la capitale europea della scienza. La città è sempre stata un ponte tra Europa occidentale e orientale, con particolare attenzione ai Balcani occidentali. Il 2020 sarà anche un anno strategico che segnerà il completamento dei programmi di ricerca europei Horizon2020 (2014/2020) e l’attuazione di HorizonEurope (dopo il 2020). A tale scopo, le istituzioni europee hanno adottato la scienza come un importante strumento e collegamento per la diplomazia con il seguente motto: “Diplomazia per la scienza e la scienza per la diplomazia”.

In questo fertile contesto culturale si inserisce l’inaugurazione, lo scorso 20 novembre, del 41esimo anno accademico della Scuola internazionale di studi avanzati (Sissa) di Trieste, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato, accolto dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, e dal direttore della Sissa, Stefano Ruffo, ha detto che è “immensamente limitata la nostra conoscenza della realtà”, come dimostra la scienza, riferendosi alla lezione inaugurale tenuta poco prima dal filosofo Telmo Pievani sulla serendipità. Mattarella si è quindi soffermato sulla “libertà della scienza e della ricerca, che non soltanto non tollera confini”, ha detto, “ma che rifugge addirittura – la ricerca – dagli stessi schemi con cui la singola ricerca viene avviata”.

“È una piena dimostrazione di libertà della scienza e della ricerca scientifica” ha spiegato il presidente della Repubblica. “E questo fa venire in mente – a me quantomeno – un parallelo singolare. Ne ‘I promessi sposi’, Alessandro Manzoni, all’inizio della storia di Fra Cristoforo, ci rammenta che le chiese erano, un tempo, luoghi di asilo inviolabili. Ecco, una sorta di sacralità dovrebbe contrassegnare anche i luoghi di ricerca e di studio. Le Accademie, le Università, che sono incompatibili con la violenza da qualunque parte provenga. La libertà della scienza e della ricerca è un elemento fondamentale per la crescita dell’umanità”.

La SISSA risulta prima in Italia, settima in Europa e tra le prime 50 “Young Universities” al mondo, secondo un report appena pubblicato da “Nature Index” che fotografa il posizionamento delle prime 160 università al mondo con meno di 50 anni di storia.

L’istituto triestino emerge come una delle poche isole felici della ricerca italiana ed europea in una classifica che parla principalmente cinese. Nel settore della fisica, la Scuola è quattordicesima al mondo.

“Nature Index” è un database gestito da “Springer Nature” che fornisce una valutazione della produttività e delle collaborazioni degli istituti scientifici sulla base del numero di pubblicazioni (article count) e il contributo dei ricercatori delle singole università (fractional count) censite su un ampio numero di riviste internazionali di alta qualità.

“Il riconoscimento – ha dichiarato il direttore della SISSA, Stefano Ruffo – è il frutto del lavoro dei nostri ricercatori e delle nostre ricercatrici che tutti i giorni svolgono un’attività di altissimo livello riconosciuta dalla comunità internazionale. È la prima volta che una classifica di questo tipo riconosce anche il valore delle scuole come la nostra focalizzate sui dottorati di ricerca. È infine un risultato conseguito attraverso un processo autonomo da parte di ‘Nature Index’, in questo senso inatteso, e per questo ancora più significativo”.