Roma, 3 dic – In Italia il comparto agroalimentare ha un fatturato di circa 132 miliardi di euro (dalla produzione alla trasformazione), occupa 3,2 milioni di lavoratori e registra un export sui 41,2 miliardi di euro risultando uno dei settori fondamentali del made in Italy. Un comparto che ha cominciato a guardare con interesse alla digitalizzazione, tanto che si parla di agricoltura 4.0, scrive l’Eurispes nel rapporto ‘Il futuro della tradizione’, elaborato per l’Associazione italiana coltivatori (Aic) che festeggia i suoi 50 anni e, con l’occasione, premia giovani imprenditori agricoli.

“Sebbene con un ritmo inferiore a quello registrato nel contesto internazionale (quasi 2 miliardi investiti nel mondo), anche in Italia – si legge nel rapporto Eurispes – l’industria agritech, che utilizza le nuove tecnologie per agricoltura e comparto agroalimentare, comincia a svilupparsi e diffondersi. Uno dei limiti allo sviluppo del settore è ancora rappresentato dal fatto che nel nostro Paese prevalgono aziende agricole di dimensioni medio-piccole, per le quali l’acquisto di tecnologie moderne (soprattutto quelle digitali) rappresenta un onere non sempre facilmente sostenibile. Tuttavia, l’Ismea stima che in un futuro prossimo ben il 70% delle attrezzature agricole avrà una componente digitale”.

La robotizzazione delle imprese agricole è un mercato in crescita nel mondo; in Italia al momento è diffusa soprattutto nelle zone del Ferrarese, della Pianura Padana, vicino Maccarese (Roma), rileva l’Eurispes che sostiene: “una agricoltura automatizzata consente di risparmiare acqua, concime, lavoro; permette di disporre di dati puntuali sullo stato di salute delle piante e dei capi di allevamento. L’agricoltura robotizzata ne è un ulteriore cruciale sviluppo, che prevede l’utilizzo di sensori collegati a satelliti e droni nei campi, trattori automatizzati, software per la gestione del bestiame, stalle robotizzate. Big data per ottimizzare le coltivazioni ed intelligenza artificiale per prevedere la resa dei raccolti. L’Italia è la nazione Ue con il maggior numero di start up innovative nel settore e si colloca al quarto posto nel mondo”.

In occasione dei 50 anni, nella sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma, l’Aic ha premiato alcuni associati come i due fratelli Salvatore e Francesco, non ancora trentenni, fondatori dell’azienda agri-boschiva Mastrota che coltiva mele in Calabria, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino. Premiata anche l’associazione Arkos di Battipaglia (Sa) con Mariella Liguori, per un progetto di riqualificazione di territori sequestrati alla malavita organizzata che vengono coltivati per la produzione del fiaschello di Battipaglia.

L’Aic opera dal 1969, con una rete di 160 sedi dislocate sul territorio nazionale ad eccezione del Trentino e ha 130.000 soci tra piccoli coltivatori, imprenditori, lavoratori autonomi, professionisti e tecnici che operano in ambiti legati al settore agricolo, agroalimentare e della piccola pesca.