L’agricoltura bio contro la crisi alimentare

Un decalogo che coinvolge imprese e consumatori per accelerare la transizione agroecologica, applicando le norme della legge sull’agricoltura bio e nello stesso tempo fornire al Paese una ‘riserva strategica agricola’ che permetta di fronteggiare le crisi alimentari. A presentarlo sono le associazioni Aiab, AssoBio, Associazione per l’agricoltura biodinamica e FederBio che puntano a dare gambe agli obiettivi stabiliti dalla legge approvata a marzo, in un momento in cui saranno messi in campo 3 miliardi di euro per favorire lo sviluppo del bio; questo grazie ai finanziamenti del Pnrr, ma anche del Fondo per il biologico e del Piano strategico della Pac.

La qualità dei prodotti

Risorse che dovranno essere spese bene, in maniera programmata e integrata, per garantire la crescita del settore, spiegano le associazioni, nel ricordare che ogni anno in Italia chiudono 30 mila aziende agricole; un dato che conferma che in molti casi l’agricoltura convenzionale non è in grado di garantire un reddito adeguato agli agricoltori. Con il biologico, che cura la fertilità della terra, valorizza la qualità dei prodotti e del territorio rilanciando circuiti locali di produzione e consumo, una parte di questi agricoltori potrebbero rimanere in campo, assicurando una riserva strategica di cibo. Esattamente come per le rinnovabili, il biologico è la strada per sostenere le crisi internazionali come quella del conflitto in Ucraina, puntando su sistemi di produzione più indipendenti da input esterni e più resilienti e allo stesso tempo in grado di prendere con decisione la strada della transizione ecologica.