L’Italia del cinema ha prodotto, dal Dopoguerra in poi, due filoni di popolarità mondiale: il primo, quello neorealista, intento alla rappresentazione del reale, con caratterizzazioni sociologiche e il secondo, un canone a sé, collocabile sull’altro versante, quello espressionistico, che partendo dal personalissimo inconscio di un individuo, lo ha reso universale: Federico Fellini. Il regista capace di rendere un hotel di Rimini l’albergo nell’universo e la romana Fontana di Trevi la vasca più sensuale del mondo, in cui tutti si sarebbero buttati. Come abbia fatto non si sa, appartiene alle opere di genio, che se non fossero un po’ impenetrabili non sarebbero nemmeno tali.
Sconfinata creatività
Nell’anno del centenario dalla nascita, Poste Italiane ha ricordato il Maestro con l’emissione a fine gennaio di un francobollo che appartiene alla serie tematica “le Eccellenze italiane dello spettacolo”. La vignetta riproduce un autoritratto di Federico Fellini dal “Libro dei sogni”, il diario che il regista tenne dagli anni Sessanta fino al 1990 in cui ha annotato i suoi sogni sotto forma di disegni, un viaggio nella sua sconfinata creatività. Federico Fellini è probabilmente il regista italiano più apprezzato all’estero per la sua capacità di costruire il cinema come una meravigliosa opera d’arte. Opere come “La Dolce Vita”, “8½” e “La strada” sono universalmente ritenuti dei capolavori assoluti e fanno parte a tutti gli effetti del patrimonio cinematografico e culturale universale; termini come “amarcord”, “vitelloni” e “paparazzo” sono entrati nel linguaggio comune a testimoniare la grandissima popolarità del regista riminese.
Il libro dei sogni
Anche con le sue pellicole Fellini vergò quel libro dei sogni, sia disegnando che annotando le manifestazioni notturne del suo immaginario. Queste visioni restano impresse, visioni circensi, giunoniche e assurde. Un libro dei sogni non freudiano ma felliniano che Ferdinando Camon, scrittore con particolare attenzione alle questioni di psiche, ricorda così: “È un tunnel senza inizio e senza fine. Non sappiamo come si entra e non sappiamo come si esce. Quando il libro comincia, siamo già dentro, e quando il libro finisce, non siamo fuori”. Un po’ come quando si rivedono i bei film, ci rimani dentro. Come capita al mattino, dopo un sogno intenso. Ed allora Fellini – che ne era capace – faceva quello per cui era nato: prendeva appunti per un film, disegnava, visualizzava l’esperienza onirica, così preparava il materiale per girare e regalare agli spettatori un punto di visione che la sua arte cinematografica restituiva dunque come sogno collettivo. Omaggiare la sua immensa arte con un francobollo, un disegno dunque, è un tributo doveroso per il quale Poste Italiane ha anche realizzato un folder in formato A4 a tre ante orizzontali, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, un francobollo dedicato al regista romagnolo, una cartolina annullata e affrancata e una busta primo giorno di emissione.