Beppe Convertini (foto di Assunta Servello)

La pandemia può portare con sé anche qualche cambiamento positivo? Se lo chiedete a Beppe Convertini vi dirà che è possibile. E vi darà più di una motivazione: “L’aver riscoperto i veri valori della vita, il gusto di stare in famiglia”. E poi l’ambiente: “Come dimenticare le immagini della natura rinata durante il lockdown? Il pianeta ha respirato” dice il conduttore, attore ed ex modello che è tornato per il secondo anno alla conduzione di “Linea Verde”, con Ingrid Muccitelli tutte le domeniche alle 12.20 su Rai1. “Linea Verde – dice a Postenews – è un programma che permette di conoscere le bellezze del nostro Paese e che racconta l’agricoltura, le eccellenze agroalimentari e storie di persone eccezionali”. E persone eccezionali sono per Convertini “anche quegli italiani che in piena emergenza hanno continuato a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne all’industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati”. Tra chi non si è mai fermato ci sono i portalettere: “Ci hanno regalato e ci regalano un senso di normalità in un momento surreale” dice il conduttore. “È un momento delicato ma dobbiamo affrontare la situazione uniti. Uniti ma distanti”.

Sei tornato a settembre alla conduzione di Linea Verde, gli ascolti sorridono.
“È un onore per me. Linea Verde è un bel programma: da decenni porta il pubblico alla scoperta delle bellezze del Belpaese, dei prodotti tipici, delle eccellenze enogastronomiche, delle tradizioni, del mondo dell’agricoltura. Racconta storie di eccellenze italiane apprezzate nel mondo. Con me due compagni di viaggio straordinari: Ingrid Muccitelli e Peppone Calabrese. Devo ringraziare tutta la super squadra della Rai e il pubblico che ci segue da casa con grande affetto, gli ascolti del programma sono cresciuti: ci seguono davvero in tanti e sempre di più ogni domenica”.

Linea Verde porta il pubblico in viaggio per l’Italia ora che di viaggi proprio non se ne parla.
“Grazie al programma ho anche io la possibilità di scoprire dei borghi unici al mondo, posti dell’Italia che non troviamo nei classici itinerari turistici. Luoghi di rara bellezza. Ora che la pandemia ci tiene fermi possiamo ammirarli seduti sul divano davanti alla tv, ma quando tutto questo finirà avremo voglia di leggerezza e di viaggi: sarebbe bello allora tornare a riscoprire l’Italia. Non appena la situazione sanitaria lo consentirà, quando si tornerà a fare una gita fuori porta o una vacanza, credo sia giusto farla in Italia perché è il posto più bello al mondo. Dobbiamo sostenere la ripresa del turismo come dobbiamo scegliere ora come non mai prodotti italiani di qualità e aiutare un settore come quello dell’agricoltura che in piena emergenza non si è mai fermato affrontando non poche difficoltà. Dopo medici e infermieri, non vanno dimenticati coloro che non si sono mai fermarti per garantire gli approvvigionamenti dei generi di prima necessità”.

In pandemia anche i portalettere non si sono mai fermati.
“Anche loro sono stati e sono in prima linea, hanno corso dei rischi per la loro missione. Non hanno mai smesso di consegnare la posta anche in piena emergenza: un gesto di normalità in un momento difficile e surreale. Ho sempre visto il postino come una persona che fa parte della nostra vita quotidiana, una persona con cui scambiare ogni giorno un saluto, due parole”.

Che rapporto hai con le lettere?
“Ho sempre amato scriverle. La lettera è qualcosa che rimane nel tempo e che avrà per sempre un sapore diverso. Scrivere di proprio pugno una lettera e inviarla a una persona che amiamo è lontanissimo dallo scrivere un messaggio o una mail. A me capita di rileggerle a distanza di tempo lettere di persone a me care. Io ho viaggiato molto nella mia vita: ho inviato migliaia di cartoline e continuo a farlo. Tante ne ho ricevute e conservo. Anche mia madre che ha più di 80 anni e vive in Puglia, ha conservato tutte quelle che le ho mandato in questi anni. Spedire una cartolina è una tradizione che si è un po’ persa ma è un gesto bellissimo che andrebbe riscoperto”.

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