“Con buste e pacchi portiamo un sorriso nelle case di tutti”: racconta a “La Nuova Venezia” Mariarosa, 36 anni, che coordina con esperienza e passione l’affiatata squadra dei portalettere veneziani, la responsabile del servizio di recapito della città lagunare e di Rovigo. Dopo diverse esperienze in seno all’Azienda, eccola responsabile della Qualità e della Produzione dell’area Treviso e Belluno e poi responsabile dell’area Venezia-Rovigo: “In provincia di Venezia, le donne in servizio a Poste Italiane sono il 55% del totale tra tutti i servizi offerti – sottolinea Mariarosa – e devo dire che anche nelle posizioni di responsabilità la presenza femminile è crescente, così come tra i portalettere”. Una figura, quella del postino, sempre di grande importanza per il territorio locale. Un’affiatata squadra di 383 addetti nella sola provincia di Venezia, il 40% donne, che lavora ogni giorno al servizio degli utenti. Tra mille difficoltà, ma anche con tanta passione e spirito civico, soprattutto in tempi difficili come questi della pandemia.

Operatività
Il lavoro quotidiano è davvero molto impegnativo: “Ogni mattina dobbiamo consegnare tonnellate di posta e pacchi da smistare ai 500 postini delle province di Venezia e Rovigo – aggiunge la responsabile – in un’area vastissima che confina con Friuli, Lombardia ed Emilia”. Come detto, la presenza femminile nel settore della consegna della corrispondenza è in costante aumento. Nell’area di Venezia e Rovigo, le responsabili sono in maggioranza donne. Degli undici centri di distribuzione, sei sono infatti a guida rosa. Tra questi Venezia, San Donà e Mira: “Il lavoro non si è mai interrotto – assicura Mariarosa – e le misure di sicurezza sono state introdotte con tempestività. In questo modo tutti i cittadini hanno potuto continuare a ricevere pacchi e corrispondenza, senza interruzioni”. “Il lockdown ha cambiato molte nostre abitudini — aggiunge Mariarosaria – così, a fine 2020 in provincia di Venezia, si è registrato un incremento di consegne dei pacchi del 72% rispetto a quanto distribuito nell’anno precedente”. Durante la pandemia, Poste ha dovuto cambiare anche i sistemi di operatività: “Il personale è stato molto professionale – conclude Mariarosa– nel mostrare una grande capacità di adattamento. Pensiamo solo ai dispositivi di sicurezza e alla modifica delle relazioni con i clienti. Per confrontarsi sul lavoro, Poste è poi ricorsa alla tecnologia: lo sperimentiamo quotidianamente noi dirigenti, con le riunioni che effettuiamo sulle piattaforme web”.